Bisogni e atteggiamenti delle famiglie italiane ai tempi del Covid. La chiusura delle scuole ha messo i nuclei familiari dinanzi ad una nuova prospettiva, con lezioni online, esigenze gestionali diverse e diversificate. Ecco un approfondimento targato Swg su come le famiglie stanno vivendo (non solo) la scuola a distanza, ma anche la fase 2 e la gestione dei dispositivi di protezione.
La settimana appena trascorsa, secondo il paper, è stata cruciale nel ridefinire i tempi della crisi e le modalità che ci accompagneranno alla sua conclusione. È opinione diffusa dei cittadini italiani che l’intera questione si snoderà in un periodo più ungo delle attese, condito da un lungo periodo di convivenza con il virus.
TRA EMERGENZA E FASE 2
In primo piano viene registrato un calo della preoccupazione complessiva per l’emergenza sanitaria, con la consapevolezza in crescita di una lunga convivenza con il virus. Ovvero oltre la fase 2 ci sarà da gestire un nuovo modo di vedere le cose, di affrontare i problemi e di valutare la quotidianità conosciuta fino a ieri. Di pari passo cresce leggermente la propensione al risparmio, rispetto all’inizio della crisi, frutto del timore di una diminuzione del volume di affari delle singole persone.
Ma accanto ad essa ecco l’elemento legato al welfare: in una famiglia su due si teme per le ripercussioni della pandemia sul lavoro.
DIFFICOLTÀ
All’orizzonte si staglia un futuro con un’Italia debole e famiglie in difficoltà. Percezioni che sono connesse alla cosiddetta Fase 2 della pandemia e al nodo delle mascherine, che rientrano in quelle indispensabili misure che dovrebbero regolarla. Gli italiani sono consapevoli del fatto che alla riapertura bisognerà fare i conti con diverse restrizioni da applicare a tappero e si mostrano molto disponibili a rispettarle, anche se per alcune norme non sarà affatto facile.
Vi è inoltre una diffusa disponibilità a sottoporsi agli esami sierologici e ai tamponi, anzi, più della metà li auspica con decisione. Tamponi e test sierologici ad ampio raggio quindi: quasi tutti disponibili e per il 55% degli intervistati sono auspicabili. Così come le misure per i cittadini dopo la parziale riapertura: certo c’è qualche dubbio, ma in gran parte sono condivise. La maggioranza degli intervistati ritiene inoltre che le mascherine vadano usate sempre, un terzo propende per indossarle solo nei luoghi chiusi. E chi le possiede le utilizza regolarmente.
Alla domanda in quale dei seguenti casi dovrebbe essere imposto l’obbligo delle mascherine fuori casa il 59% ha risposto sempre quando si è fuori di casa, il 34% solo all’interno di uffici, negozi e altri luoghi chiusi.
COVID E POLITICA
Circa le intenzioni di voto la Lega scende sotto quota 30 (29,7%), ma calano anche Pd e M5s rispettivamente al 19,9% e al 14,2% mostrando un trend in calo dal 20,01 al 14,5% di sette giorni fa. Guadagna ancora Fratelli d’Italia, al 12,8% rispetto al 12% registrato il 6 aprile. Piccola crescita anche per Forza Italia, Sinistra italiana e Italia Viva.
DIDATTICA A DISTANZA
La didattica a distanza non è stata semplice da strutturare e da osservare, per via delle differenze di dotazioni e conoscenze tecnologiche sia delle famiglie che dei docenti e anche in riferimento ai singoli territori, che offrono una diversa densità anche di dotazioni.
Ma il rapido adattamento a questa pratica pare essere riuscito discretamente bene: per gran parte delle famiglie le difficoltà si sono rivelate superabili e la soddisfazione per come si sono organizzate le scuole risulta piuttosto elevata. Secondo moltissimi genitori le scuole hanno reagito relativamente bene e si riscontra anche una ampia condivisione della decisione di evitare le bocciature, ma viene criticata la tempistica della comunicazione.
Inoltre i genitori si dicono disponibili a tornare tra i banchi di scuola a settembre e sono in parte d’accordo con i corsi di recupero estivi. Piena consapevolezza da parte delle famiglie circa l’eventuale chiusura delle scuole fino a giugno.