Lo scontro interno al Movimento 5 Stelle si combatte anche su temi di politica estera. Da una parte c’è Alessandro Di Battista, i cui mal di pancia verso la piega presa recentemente dalla creatura della premiata ditta Casaleggio si sono acuiti dopo la tornata di nomine. Dall’altra c’è Luigi Di Maio, che ieri si è lanciato in un mea culpa di notevole portata. La richiesta di impeachment per il presidente Sergio Mattarella? “Come sempre, nella vita delle persone dai grandi errori nascono delle grandi opportunità. Credo che da quell’episodio ho rafforzato il mio senso di responsabilità istituzionale e ho imparato a credere ancor di più nel presidente della Repubblica Mattarella”, ha spiegato il ministro degli Esteri ed ex capo politico del Movimento 5 Stelle, nel corso a L’aria che tira su La7.
Se Di Battista critica l’Unione europea e Mario Draghi mentre magnifica la Cina sulle colonne del Fatto Quotidiano con un articolo che ha sancito la nascita della sua fronda, Di Maio sembra volersi ricollocare geopoliticamente dopo l’iniziale conversione sulla Via della seta. Come raccontato da Formiche.net, la scorsa settimana, in audizione davanti alle commissioni Esteri riunite di Camera e Senato, aveva spiegato che la grande mole di aiuti internazionali giunti in Italia (su Formiche.net tutti i numeri) per affrontare dell’emergenza da coronavirus sono “una dimostrazione di generosità che non dimenticheremo” ma “è impensabile” che possano “modificare il panorama delle alleanze alle quali l’Italia storicamente e culturalmente appartiene”.
Oggi il ministro Di Maio è tornato a ribadire la linea atlantista ed europeista nel corso di un’intervista a Sky TG24: “L’idea che in base agli aiuti che arrivano dall’estero possano cambiare le alleanze geostrategiche è un film tutto italiano”, ha spiegato. “L’Italia è nell’alleanza euroatlantica, è nella Nato e nell’Unione europea, ma l’Italia è sempre stato un Paese amico di tanti Stati nel mondo e ponte tra oriente e occidente”, ha continuato l’ex capo politico pentastellato non risparmiando una frecciata a Berlino: “Aver coltivato rapporti con la Cina non fa dell’Italia il Paese che ha scoperto la Cina. Il primo partner in Europa con la Cina è la Germania”.
Ma nel Movimento 5 Stelle c’è chi assiste allo scontro fra i due e ricorda come si concludeva quell’articolo di Di Battista sul Fatto Quotidiano: “Poi un rapporto privilegiato con Pechino che, piaccia o non piaccia è anche merito del lavoro di Di Maio ministro dello Sviluppo economico prima e degli Esteri poi. E la Cina, ed è paradossale essendo stato il primo paese colpito dal Covid-19, uscirà meglio di chiunque altro da questa crisi”. Lasciando da parte le certezze granitiche di Di Battista sull’economia cinese post coronavirus (“La Cina vincerà la terza guerra mondiale senza sparare un colpo e l’Italia può mettere sul piatto delle contrattazioni europei tale relazione”) quel ringraziamento al lavoro di Di Maio in conclusione di quell’intervento che ora è tornato a circolare nelle chat pentastellate è come una bomba a scoppio ritardato.