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Perché non dobbiamo dimenticare il Venezuela. Le parole di Capone (Ugl)

Di Paolo Capone

A volte siamo talmente impegnati nel fronteggiare avvenimenti importanti che si susseguono in ogni ambito da rischiare di distogliere l’attenzione da altri fatti, altrettanto fondamentali e irrisolti, che restano in sospeso. Ora il mondo intero si trova ad affrontare la pandemia di Covid-19 e in Italia dobbiamo occuparci di un’emergenza sanitaria che ha già causato decine di migliaia di vittime e di una conseguente crisi economica, e quindi occupazionale e sociale, che si preannuncia di proporzioni inaudite, con l’obiettivo di trovare delle soluzioni efficaci, capaci di limitare in modo significativo i danni ed evitare ai nostri concittadini un futuro di incertezza e povertà.

Questo però non ci impedisce di ricordare il dramma dei nostri fratelli venezuelani, di un Paese ancora prigioniero di una situazione politica, economica e sociale difficilissima, che con il virus rischia concretamente di deflagrare e causare una vera e propria catastrofe umanitaria. Il contagio è arrivato anche nel Paese sudamericano, in un contesto già estremamente problematico, nel quale mancano servizi essenziali, dall’acqua all’elettricità, dove il sistema sanitario era già prima dell’arrivo del virus al collasso. Il lockdown in un’economia già provata, il crollo del prezzo del petrolio, le minori rimesse che giungono dai venezuelani emigrati all’estero completano un quadro a tinte fosche. Bisogna aiutare concretamente il Venezuela.

L’Ugl ha particolarmente a cuore questo Paese, nonostante sia un luogo geograficamente molto lontano rispetto a noi, sia per le sofferenze che il popolo venezuelano è costretto a subire quotidianamente a causa del regime di Maduro, sia per l’ulteriore sentimento di fratellanza che la presenza di una vasta comunità d’origine italiana non può che rafforzare. Per questo da tempo ci siamo dedicati con impegno ad offrire un contributo per la risoluzione della situazione. In questi anni abbiamo instaurato stabili relazioni con l’opposizione al regime, ospitando nella nostra sede alcuni autorevoli esponenti, che ci hanno descritto la difficilissima situazione politica e sociale degli ultimi anni, rendendoci ancora più forti nella nostra convinzione di dare una mano, per quanto nelle nostre possibilità.

 

Abbiamo cercato di sensibilizzare l’opinione pubblica, la politica e un governo troppo tiepido rispetto al dramma venezuelano. Abbiamo stabilito delle solide relazioni con il Centro per la Promozione delle Relazioni Italia-Venezuela, partecipando all’organizzazione di un convegno dal titolo “Venezuela: tra crisi umanitaria e violenza del regime – Racconti e testimonianze dirette”, con l’obiettivo di far conoscere la situazione del Paese tramite il racconto di alcuni protagonisti della vita politica, intellettuali, politici di opposizione. Nei momenti più duri della crisi del 2019, abbiamo deciso di non tirarci indietro e fare del nostro meglio per contribuire ad una soluzione giusta e rispettosa della volontà dei cittadini venezuelani.

Abbiamo espresso la nostra posizione, affinché si procedesse quanto prima ad indire nuove e libere elezioni, per riportare il Venezuela nell’alveo della democrazia e del rispetto dei diritti civili. Non solo, nel febbraio 2019 siamo andati personalmente, con una delegazione del nostro Sindacato composta, oltre che dal Segretario Generale Ugl, da diversi dirigenti sindacali, sul confine tra Venezuela e Colombia per partecipare all’iniziativa internazionale organizzata da diversi enti sociali e di cooperazione internazionale per consegnare viveri, medicinali e beni di prima necessità al popolo venezuelano, sfidando il blocco imposto dal regime.

Ora è necessario che il Venezuela possa superare la crisi, quella già presente e quella nuova, determinata dal Covid-19, e tornare finalmente alla normalità che merita. Un Paese che potrebbe vivere nella prosperità, data la sua ricchezza di materie prime, la sua invidiabile posizione geografica, le sue bellezze naturali, la sua cultura, ma che ora è costretto invece a sopravvivere nella miseria e nel terrore. L’unica strada percorribile è quella, innanzitutto, di procedere a una normalizzazione, a un dialogo politico che consenta ora di fronteggiare la pandemia ed impedire che si verifichino effetti devastanti dal punto di vista sanitario, e poi, finalmente, una volta superata l’emergenza Covid-19, permettere ai venezuelani di esprimersi attraverso elezioni libere e democratiche, potendo scegliere senza paura chi deve porsi alla guida politica del Paese. Che si proceda, quindi, una volta superata la pandemia, a nuove consultazioni elettorali, che siano pacifiche e trasparenti, nella libertà e senza la minaccia delle ritorsioni del regime, per garantire finalmente una piena autodeterminazione al popolo venezuelano. effetti devastanti dal punto di vista sanitario, e poi, finalmente, una volta superata l’emergenza Covid-19, permettere ai venezuelani di esprimersi attraverso elezioni libere e democratiche, potendo scegliere senza paura chi deve porsi alla guida politica del Paese. Che si proceda, quindi, una volta superata la pandemia, a nuove consultazioni elettorali, che siano pacifiche e trasparenti, nella libertà e senza la minaccia delle ritorsioni del regime, per garantire finalmente una piena autodeterminazione al popolo venezuelano.

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