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Virus, ecco come cresce la disinformazione in Italia. Report AgCom

fakenews

Cresce l’incidenza della disinformazione sul totale delle notizie online. A sostenerlo è il secondo numero dell’Osservatorio sulla disinformazione online – Speciale coronavirus, pubblicato oggi dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni.

Infatti, nel secondo mese dell’emergenza epidemiologica in Italia, l’attenzione attribuita dalle fonti di disinformazione al coronavirus rimane elevata (37% del totale, nella settimana dal 13 al 19 aprile), pur attestandosi su valori inferiori rispetto a quelli registrati tra il 10 e il 20 marzo. Un trend decrescente si osserva anche per l’offerta di informazione, mentre torna ad aumentare l’incidenza della disinformazione sul totale delle notizie online relative al coronavirus (con un valore compreso tra il 5% e il 6%).

LA DISINFORMAZIONE

Analizzando gli articoli di disinformazione sul coronavirus, si evidenzia “l’emergere di alcune narrazioni prevalenti sull’epidemia, quali i rischi, le teorie complottiste e la cronaca, imperniate su una comunicazione basata sull’utilizzo ricorrente di termini atti a far leva sulle emozioni negative”, si legge nella nota diffusa. Tra le dieci principali notizie false sul coronavirus diffuse nel mondo ci sono “Virus sottratto da spie cinesi da un laboratorio canadese”, “Virus del Covid-19 brevettato da un gruppo finanziato da Bill Gates”, e “Tecnologia 5G collegata alla pandemia”.

Nel primo periodo (fino al 20 febbraio), tra le tematiche principali delle notizie sul coronavirus in ambito disinformazione ci sono: rischio sanitario legato all’epidemia, esplosione dell’epidemia in Cina, questioni politiche e attività del governo italiano relative all’epidemia. Le narrazioni prevalenti? Rischi (“salute”, “morti”, “emergenza”, “rischio”) e teorie complottiste (“laboratorio’’).

Quanto al secondo periodo (dal 21 febbraio), invece, le tematiche della disinformazione sono: effetti dell’epidemia sulla vita quotidiana e l’attività lavorativa, epidemia in Italia e azioni di governo e situazione di emergenza sanitaria. Le narrazioni prevalenti: rischi (“mascherine”, “emergenza”, “diffusione”, “test”) e cronaca (“casi”, “ospedale”, “paziente”). “L’analisi testuale delle notizie sul coronavirus evidenzia come, nel II Periodo, informazione e disinformazione si concentrino sulla situazione italiana di emergenza medico-sanitaria e sulle ripercussioni per le condizioni di vita dei cittadini. Per la disinformazione, la comunicazione delle notizie appare basata sull’utilizzo ricorrente di termini atti a far leva sulle emozioni negative”.

LE RICERCHE DEGLI UTENTI

È stata registrata, lato utenti, “una diminuzione delle ricerche effettuate in rete sul coronavirus, così come delle interazioni dei cittadini sui social con i contenuti inerenti all’argomento”, ma anche “del tempo speso nella visione di video online sul tema”. In linea generale, però, durante l’epidemia, in Europa si riscontra un’impennata dei consumi dei servizi di comunicazione online: “nelle settimane dell’emergenza, l’Italia è il Paese che mostra i tassi di crescita più elevati sia per la fruizione di informazione online, sia per l’utilizzo di social network e siti e app di messagistica”.

Interessante quanto ha rivelato l’AgCom a livello globale. Nei primi mesi del 2020 si rileva un cospicuo incremento di minacce e attacchi informatici, “molti dei quali fondati sullo sfruttamento del veicolo socio-psicologico della pandemia in atto”. Dall’inizio dell’anno, infatti, “sono stati registrati 16mila nuovi domini internet legati al Covid-19, di cui circa il 20% con finalità malevole”.

(Foto di Fathromi Ramdlon da Pixabay) 

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