La sostituzione della flotta di Tornado della Luftwaffe rischia di passare alla storia come la decisione più complicata per la Difesa tedesca dei tempi recenti. Ieri, le indiscrezione del Der Spiegel sulla richiesta che la ministra Annegret Kramp-Karrenbauer avrebbe fatto al collega americano Mark Esper hanno dato luogo a una nuova puntata del dibattito politico interno, con i socialisti dell’Spd, alleati di governo, pronti a opporsi alla decisione intrapresa in favore dei Super Hornet di Boeing, accompagnati da una parallela commessa per gli Eurofighter così da accontentare anche Parigi, da sempre tra i protagonisti della querelle sul rimpiazzo dei Tornado tedeschi.
LA DISCUSSA ESCLUSIONE DEGLI F-35
Tutto nasce dall’esigenza operativa della Luftwaffe, che deve sostituire una flotta di 93 velivoli (in servizio dalla fine degli anni ’70), mantenendo la capacità promessa alla Nato di caricare a bordo armamenti nucleari. Circa un anno fa, Berlino aveva escluso dalla gara gli F-35 realizzati da Lockheed Martin, lasciando la partita aperta tra l’aggiornamento degli Eurofighter e l’F/A-18E/F di Boeing. Una scelta “tutta politica”, ci spiegava di recente il generale Vincenzo Camporini, consigliere scientifico dell’Istituto affari internazionali (Iai), considerando che il Joint Strike Fighter era sempre stato indicato come prima opzione dai vertici militari tedeschi. Già ad aprile 2019, era stato il ministero della Difesa tedesco a stimare in 9 miliardi di euro il costo dell’esclusione del velivolo. Lo scorso febbraio, è stato invece l’influente think tank German society for foreign policy (Dgap) a rilanciare l’idea di “riconsiderare gli F-35 nel rimpiazzo dei Tornado” poiché ciò sarebbe l’unica soluzione per il ruolo specifico su cui la Germania si è impegnata nell’ambito dell’Alleanza Atlantica.
IL PESO POLITICO DI PARIGI
A pesare è stato l’asse con Parigi sul fronte della Difesa. Non pare un caso che, pochi giorni prima dell’esclusione del caccia americano, le relazioni nel campo siano state rinvigorite ufficialmente da Emmanuel Macron e Angela Merkel ad Aquisgrana. L’interesse francese è tutto per l’Fcas, il caccia di sesta generazione su cui i due Paesi sono impegnati a collaborare, un progetto che agli occhi di Parigi sarebbe stato inficiato da un’eventuale scelta per gli F-35 che avrebbe portato i tedeschi su una generazione più vicina a quella dell’Fcas (la Francia è priva della quinta). Il tema resta valido anche ai tempi del Covid-19, visto che la Francia ha già identificato l’aerospazio e difesa come uno dei settori su cui rilanciare l’economia dopo l’emergneza, con un forte focus sull’innovazione.
LA SCELTA
Per la Germania, ne è derivata la decisione di Ursula von der Leyen prima, e di Annegret Kramp-Karrenbauer dopo, per un’opzione considerata dagli esperti non proprio efficiente: un mix di F/A-18 ed Eurofighter, così da accontentare gli americani e non scontentare troppo i francesi. Rivelata per la prima volta a novembre dello scorso anno dall’Handelsblatt, sarebbe ora sta ufficialmente comunicata, secondo le indiscrezioni di Der Spiegel, dalla ministra tedesca al collega americano Mark Esper. si tratterebbe di trenta F/A-18 e di quindici EA-18G Growler, aerei da attacco elettronico (derivati dal Super Hornet) per sostituire quei tornado che attualmente dispongono di tali capacità. A ciò si aggiungerebbe un contratto con Airbus per gli Eurofighter aggiornati. Il problema agli occhi degli osservatori resta nel dispiegamento degli armamenti nucleari B61. Secondo il quotidiano tedesco, sarebbe risolto attraverso l’adattamento dei trenta Super Hornet, con tempi tuttavia ancora da capire.
PROBLEMI DI POLITICA INTERNA
La questione è però tutt’altro che risolta. Lo stesso Der Spiegel rivela le insofferenze dei socialisti dell’Spd, membri della coalizione di governo, che sarebbero agguerriti per non essere stati avvisati dalla Kramp-Karrenbauer della sua lettera al capo del Pentagono. Ciò rischia di essere un problema per la ministra: considerando che ogni commessa militare superiore ai 25 milioni di euro deve essere approvata da Bundestag, il voto dei socialisti serve alla Cdu di Angela Merkel. L’Akk ha già replicato che l’Spd è stato coinvolto e aggiornato sui piani per la commessa, mentre dal ministero hanno spiegato che non c’è stato alcun ordine inviato a Esper. Come nota Reuters, qualora l’opposizione dell’Spd permanesse (in favore di un acquisto di soli Eurofighter o addirittura della rinuncia a capacità nucleari), la scelta finale potrebbe slittare al 2022, dopo le elezioni federali dell’autunno del prossimo anno.