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La globalizzazione può finire? La storia ci dice di no

In un momento in cui sembra che il mondo si sgretoli, sotto la pressione di una crisi internazionale che minaccia di far collassare molte delle connessioni globali (a cominciare da quella internet), può essere utile prendersi un po’ di tempo e guardare a questa crisi con un occhio diverso, più “lungo”. L’occhio della storia.

Val la pena perciò concedersi una passeggiata che racconta in un pugno di pagine i primi diecimila anni di globalizzazione. Perché si capisca, specie quando sono in crisi, che le internazionalizzazioni sono la regola e non l’eccezione della nostra vicenda sociale. Serve ricordarselo. E servirà anche dopo. Continuiamo ad essere animali sociali, come diceva Aristotele, ed economici, come diranno i pensatori dal XVIII secolo in poi. E non c’è virus che possa cambiare questa condizione.

Il testo, che ho pubblicato su Academia.edu, propone uno schema interpretativo del meccanismo di globalizzazione, che si basa sull’analisi economica di alcune caratteristiche che si ripetono con costanza nei processi di internazionalizzazione avvenuti nel corso della storia. Queste caratteristiche vengono rapidamente illustrate per grandi linee e quindi analizzate più in dettaglio con riferimento a tre categorie di merci che già dagli albori della storia documentata riepilogano gli elementi costanti di domanda del commercio globale: beni di lusso, tecnologia e beni primari, che vengono icasticamente rappresentati da ambra, metalli e sale. Ossia ciò che caratterizzò i primordi della globalizzazione.

Questi tre elementi, che sostanziano il grande cambiamento socio-economico determinato dall’avvento dell’età Neolitica – che di fatto fa nascere l’economia e con essa gli scambi internazionali – alimentano costantemente i processi di internazionalizzazione, pur nella variabilità della loro merceologia, articolandosi quest’ultima lungo rotte commerciali, grazie a un mezzo di scambio – solitamente una moneta – e un codice di comunicazione, ossia una lingua. Il tutto sorretto da un ordine politico che garantisce la stabilità stessa del commercio: si pensi all’attuale globalizzazione statunitense basata sulle rotte marittime, “securizzate” dalla marina Usa, sul dollaro e l’inglese.

In conclusione si analizzano le linee della globalizzazione emergente che trova nel triangolo di interessi fra Cina (Belt and road initiative), Russia (Unione Euroasiatica) e Turchia una notevole spinta propulsiva che costringerà l’Europa a prendere una posizione dovendo inevitabilmente fare i conti con la propria storia. La vicenda che sta impegnando i nostri giorni – ossia la pandemia virale – contribuirà sicuramente, ma ancora in maniera imprevedibile, all’articolarsi di questa globalizzazione emergente. Staremo a vedere. E a raccontare.

Buona lettura.

 

Indice 

Premessa

Cos’è una globalizzazione

Introduzione

Dall’autarchia al commercio

Globalizzazione/i Vs medioevo/i

Diecimila anni in breve: tutte le globalizzazioni dal Neolitico agli Usa

Interludio: nomadi o sedentari?

Cosa trasporta la globalizzazione: Lusso, tecnologia e beni primari

Prove tecniche di globalizzazione: Ambra metalli e sale

La globalizzazione prossima ventura

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