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L’emergenza economica – Gianluigi Cimmino (Yamamay): per ripartire un’iniezione di liquidità poderosa e soldi a fondo perduto

Il dramma sanitario legato al Covid e la gestione dell’emergenza hanno fatto passare in secondo piano per molte settimane un altro dramma.
Rischiamo una pandemia economica e sociale che va gestita prima che sia troppo tardi.

Guai ad avere l’approccio che hanno avuto gli Stati e l’OMS con il Covid. Un approccio surreale.
Hanno iniziato ad affrontare seriamente il virus solo a pandemia sanitaria avvenuta, solo quando gli ospedali erano al collasso.
Il Governo ha poi presentato misure per affrontare l’emergenza economica. Ma, al di là dell’adeguatezza o meno di quanto si è definito, i tempi di applicazione dei provvedimenti sono subito apparsi troppo lenti rispetto alle drammatiche necessità di cittadini e operatori economici. Bisognerà far fare al Paese un salto culturale per far si che la burocrazia sia al fianco di chi fa impresa onestamente e non rappresenti un ulteriore ostacolo.
Non possiamo permettercelo.

Guai a cercare di rimediare a ritardi ed errori soltanto quando avremo il paese al collasso economico.
Sono in gioco l’Interesse Nazionale e la vita di milioni di famiglie.

Nei prossimi giorni ospiterò commenti e riflessioni di imprenditori, manager e economisti.
E’ utile in questo momento affrontare la crisi da tutti i punti di vista.

Il mondo del fashion è uno dei più danneggiati insieme a quello del turismo e della ristorazione. In questi giorni c’è stata, per la prima volta nella storia, una presa di posizione unica di Confindustria Moda, Altagamma e Camera Nazionale della Moda. Un vero e proprio grido di dolore di un settore che costituisce un asset per questo Paese.
Un grido di dolore lanciato già domenica scorsa a Canale5 nella trasmissione di Barbara D’Urso dallo stilista  Alviero Martini e dall’ex presidente di Assocalzaturifici Annalisa Pilotti.

Oggi è intervenuto nel dibattito con un’intervista ad Enrica Roddolo su Il Corriere della Sera  Gianluigi Cimmino, Ceo di Pianoforte Holding, il gruppo che include Yamamay, Carpisa e Jaked.
Cimmino è un grande imprenditore che ha innovato molto nel mondo del fashion e la sua riflessione inviata alle agenzie rappresenta un ottimo punto di partenza per questa rubrica.


“Garantire la sicurezza e la salute dei propri dipendenti deve essere una priorità per ogni azienda. Ma i costi dell’operazione non possono certo ricadere soltanto sugli imprenditori. Le scelte miopi di questa classe politica dirigente stanno mettendo a serio rischio milioni di posti di lavoro.
I nostri punti vendita sono chiusi ormai da oltre un mese e registrano decine di milioni di perdite. Ci sono 2.500 lavoratori in cassa integrazione con un indotto che arriva a 8 mila. Se il datore di lavoro deve anche farsi carico dei costi legati alla dotazione dei dispositivi di protezione per il personale, parliamo nel nostro caso, di una spesa totale monstre di 5 mln di euro. Davanti a cifre di questo tipo, è evidente che lo strumento del credito d’imposta non può essere sufficiente: è come svuotare il mare con un cucchiaino!
D’altra parte, non è spingendoci ad indebitare con le banche che si aiutano le imprese. Per ripartire serve un’iniezione di liquidità poderosa, soldi a fondo perduto, che consentano di riavviare le produzioni. Bisogna ripartire ma questo governo dimostra di non avere alcuna aderenza con l’economia reale del Paese e il decreto liquidità così articolato, pone il tema se convenga o meno rialzare la saracinesca.”



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