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Così lontani, così vicini. Se M5S e Lega tornano alle convergenze (parallele?)

Nuove convergenze a tinte gialloverdi? Accade su Twitter. Il leader della Lega, Matteo Salvini, rilancia l’intervista fatta da Giovanni Floris a Yanis Varoufakis, economista ed ex ministro delle Finanze della Grecia durante la crisi del 2010-11, ieri sera a DiMartedì su La7 con due scritte: sopra “Il Mes? Disastroso. Ecco cosa succede”, sotto un lampeggiante “Svelata la fregatura!”. Un tweet condiviso dal profilo ufficiale della Lega.

Poche ore prima era stato il Movimento 5 Stelle a dare eco alle posizione dell’ex ministro greco. Scelta stilistica – come quella contenutistica – molto simile, con due scritte: sopra “Il greco Varoufakis spiega la trappola del Mes”, sotto “Ecco perché meglio dire no grazie!”.

Vito Crimi, capo politico dei 5 stelle, intervistato dal Fatto Quotidiano ha accusato il Partito democratico, suo alleato di governo, di mettere “in discussione la linea del governo e del presidente del Consiglio” Giuseppe Conte, “che ha espresso la necessità di altri strumenti contro la crisi”. Un atteggiamento che, per Crimi, rischia di danneggiare la trattativa in Europa: “Serve che il Pd chiarisca al Paese perché ha cambiato posizione”.

Le tensioni tra Movimento 5 stelle e Partito democratico (con Italia Viva e Forza Italia schierato a favore del Mes) stanno riattivando i contatti tra pentastellati e leghisti. “Sostengo esattamente quello che sostengono ministri e parlamentari M5s e centinaia di economisti”, ha detto Salvini. Il premier Giuseppe “Conte ha detto che non useremo il Mes”, ha continuato il leader leghista. “Bene, contiamo che mantenga la parola”. Nel Movimento 5 stelle, se il viceministro al Mise Stefano Buffagni, uno degli architetti del governo gialloverde, è tornato a parlare di eurobond, l’ex vicepremier di quell’esecutivo (l’altro, in quota Lega, era Salvini), Luigi Di Maio, oggi ministro degli Esteri, ha dichiarato che “uso le parole di Conte: il Mes è uno strumento antiquato”.

Segnali di una nuova maggioranza o (più probabilmente) un fronte comune per rilanciare i due partiti con l’evergreen dell’antieuropeismo?

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