Gli Stati Uniti stanno divenendo, in questo sabato 11 aprile, vigilia di Pasqua, il Paese al Mondo con il maggior numero di vittime da coronavirus, superando l’Italia. Ieri, i morti per il contagio negli Usa sono stati 2.100, un record, per un totale di 18.693, a fronte delle 18.849 italiane, stando ai dati in continuo divenire della Johns Hopkins University. I colpiti dal virus nell’Unione sono oltre mezzo milione, quasi un terzo del totale mondiale.
Lo Stato di New York, con meno di 20 milioni di abitanti, da solo conta più contagi di qualsiasi Paese del mondo eccetto gli Usa: oltre 160 mila – la Spagna è sotto i 160 mila, l’Italia sotto i 150 mila -, di cui oltre 87 mila New York City. Anche se il ritmo d’incremento del contagio pare rallentare nella Grande Mela, il numero delle vittime impone misure straordinarie, come l’allestimento di fosse comuni in aree riservate alle sepolture degli indigenti e destinate alle vittime che non potevano permettersi un funerale.
Nel giorno in cui il totale dei deceduti da coronavirus nel Mondo supera i 100 mila, Melania Trump sfida ancora una volta il marito presidente e, in un messaggio sui social, appare con la mascherina, che il presidente Donald, invece, non vuole indossare, nonostante le raccomandazioni del Centers for Disease Control and Prevention. Non è la prima volta che la first lady mostra insofferenza per le decisioni del marito, che scavalcò nel condannare l’estrema destra per i fatti di Charlottesville e nell’intervenire a favore dei minori separati dai genitori all’ingresso negli Stati Uniti dal Messico
In questo contesto, il presidente Trump dice: “Voglio riaprire gli Stati Uniti il prima possibile, ma saranno i dati e gli esperti a determinarlo” e parla della “decisione più importante della mia vita”. “Mi circonderò delle menti migliori, li ascolterò, ma poi la decisione spetta a me”, aggiunge Trump, che non rinuncia all’ottimismo: “Ci sono chiari segnali che le nostre strategie aggressive stanno salvando migliaia di vite … Avremo molto meno di 100.000 morti”, cioè meglio delle previsioni più drammatiche; “Il nemico invisibile in un futuro non distante sparirà”; “Non è necessario effettuare test a tutti”, ci sono vaste aree dell’Unione che non ne hanno bisogno.
C’è pure l’ipotesi di un’eventuale nuova chiusura nel caso l’epidemia dovesse riprendere piede dopo la riapertura, per la quale “stiamo creando anche un comitato“, la cui formazione sarà annunciata martedì 14 aprile. E il presidente si consola coi dati della finanza: “Questa settimana abbiamo avuto il maggior balzo sul mercato finanziario dal 1974. Abbiamo la possibilità per un balzo veramente grande quando il Nemico Invisibile sarà andato via”. Il riferimento è allo S&P 500, che ha chiuso la settimana in rialzo del 12%, in quello che è il maggior rialzo settimanale dal 1974.
Altre voci inducono alla prudenza: la “maggior parte dell’Unione” non sarà aperta per il 1 maggio, afferma il capo del servizio sanitario pubblico degli Stati Uniti, Jerome Adams, parlando alla Fox. Secondo il New York Times, che cita previsioni fatte dai dipartimenti della Sicurezza nazionale e della Sanità, le restrizioni riducono la diffusione del coronavirus, ma rimuoverle dopo 30 giorni provocherebbe un rimbalzo delle infezioni durante l’estate e un numero di morti senza paragoni.
Per Trump, le uniche buone notizie vengono dalla politica: in campo democratico, restano divisioni e c’è chi ancora spinge per Andrew Cuomo come candidato presidenziale, al posto di Joe Biden, che starebbe per ricevere l’appoggio di Barack Obama.