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Noi prof che stress prosegue anche all’Accademia di Belle Arti

Ecco il seguito di Noi prof che stress. Ho intervistato Roberto Zanon, Docente del corso di Design (triennio), corso di Design (biennio), corso di Design per l’Editoria (biennio) all’Accademia di Belle Arti di Venezia.

Oltre a raccontarvi la mia esperienza di Prof alla LUMSA di Roma, ecco, come promesso, il proseguo con le testimonianze dei miei colleghi.

Roberto, quanto incide l’emergenza Coronavirus nel nostro mondo della formazione?

Penso sia uno stimolo all’utilizzo di nuovi strumenti e modalità, anche se io faccio fatica a cambiare radicalmente una metodologia che sto costruendo negli anni. Io già utilizzo la comunicazione via web; ho un blog dedicato dei miei corsi di Design e integro e documento in questo modo le attività del corso. Il rapporto con gli studenti diretto è però necessario quando ci confrontiamo sullo sviluppo dei progetti. Certo, in casi estremi come in questo periodo, cerchiamo di farlo anche in via telematica o via mail, ma non è la stessa cosa.

Nella scuola di ogni ordine e grado la rivoluzione tecnologica ci porta a studiare diversi software. L’Accademia di Belle Arti di Venezia quali ha adottato?

L’Accademia di Belle Arti di Venezia aveva già da qualche anno iniziato ad usare con qualche docente la piattaforma Moodle. Ora, con l’attuale stato di necessità, l’utilizzo di questo ambiente informatico è stato notevolmente favorito ed incrementato.

Hai fatto un corso e ti hanno inviato form e istruzioni via email? O come l’hai imparato?

Ci sono state date delle indicazioni via mail e abbiamo fatto delle riunioni in videoconferenza attraverso la piattafoma Go To Meeting

Quali programmi ti hanno chiesto di usare per metterti in contatto con i tuoi studenti?

Attraverso la piattaforma Moodle, con l’utilizzo dei canali Youtube e GoogleDrive per l’archiviazione delle lezioni

Se vuoi e puoi descrivi se ciò ti ha procurato stress o inadeguatezza o preoccupazione o anzi ti ha dato una nuova vitalità.

No, non proprio stress fino ad ora; il problema del mio corso è che ha molte collaborazioni con realtà presenti nel territorio (solo quest’anno, per esempio, abbiamo delle collaborazioni con il Premio Arte Laguna, con lo Scatolificio Udinese, con le Pasticcerie Majer, con le Gallerie dell’Accademia, con il Giardino di Palazzo Grimani ai Servi, con il Caffè Florian, con il Mulino Stucky e con il Laboratorio Berta Battiloro) e quindi, con questo stop forzato viene a mancare dell’operatività. Però spero che la situazione si normalizzi al più presto, quanto meno prima della fine dei corsi a giugno.

Beh siamo certi che in una disciplina anche così tecnica come il Design, il rapporto con gli studenti sia indispensabile. Sono tante le sfide da affrontare al tempo del Coronavirus, anche perché la costruzione del rapporto diretto non è importante solo per quello che riguarda la formazione professionale, ma per il rapporto umano che si costruisce e si viene a creare nel periodo di studio. Certo è, che la discussione dal vivo, le emozioni e l’apprendimento non sono rese semplici, anche dalla più attuale tecnologia, in questo periodo di #iorestoacasa ed insegnare in via telematica è sicuramente una bella sfida, che però, ognuno di noi ha accettato facendo del suo meglio.

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