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Cieli del nord affollati. I bombardieri russi e la risposta della Nato

Cresce l’attivismo di Mosca sui cieli del nord Europa. Nel giro di due giorni, i voli dei bombardieri russi hanno fatto scattare per ben tre volte l’intervento rapido dei velivoli della Nato, pronti a scortarli fuori dalle aree di interesse dell’Alleanza.

LE ATTIVITÀ RUSSE…

Martedì è scattato lo scramble (il decollo immediato su allarme) per due caccia polacchi impegnati nella missione di Air policing della Nato in Estonia. Si sono alzati in volo per raggiungere due bombardieri russi Tu-160, scortati da “diversi caccia e supportati da un Airborne early warning”, dicitura che indica un sistema radar aviotrasportato utilizzato per funzioni di sorveglianza aerea, comando e controllo. Poco dopo, la stessa formazione è stata intercettata dai caccia dell’Aeronautica danese. Lo stesso giorno, martedì, due bombardieri Tu-22, con una scorta simile, si sono avvicinati allo spazio aereo della Nato a largo delle coste norvegesi. Anche in quel caso, è scattato lo scramble per l’Aeronautica di Norvegia, sollecitata poi nuovamente il giorno dopo (cioè ieri).

…E LA RISPOSTA DELLA NATO

Due aerei da pattugliamento marittimo Tu-142 (con capacità bombardiere e antisommergibile) si addentrati verso sud sopra le acque del Mar del nord, avvicinandosi per due volte allo spazio aereo di Oslo. Dopo una prima intercettazione da parte degli F-16 di Norvegia, lo spostamento della formazione russa “nell’area di interesse del Regno Unito” ha sollecitato la Royal air force britannica, che ha fatto scattare dalla base di Lossiemouth (sulla costa orientale della Scozia) la Quick Reaction Alert Typhoon, meccanismo di reazione rapida per rispondere a intrusioni aeree. I velivoli del Regno Uniti hanno seguito i pattugliatori russi fino a quando, più a nord, hanno lasciato l’incarico agli F-35 norvegesi. Da lì, i caccia di quinta generazione hanno scortato i velivoli di Mosca fino fuori l’area d’interesse della Nato.

IL MESSAGGIO PER MOSCA

“Tutte le intercettazioni – spiega il Comando aereo Nato – sono state condotte in modo professionale e hanno dimostrato che i caccia della Nato restano pronti a difendere gli alleati 24 ore al giorno, sette giorni alla settimana”. Alla rassicurazioni dei comandi occidentali sui meccanismi di reazione si sono aggiunti i messaggi piccati a Mosca, tra cui spicca quello del numero uno dell’Air Staff britannico Mike Wigston: “Questi bombardieri russi sono reliquie della Guerra fredda, non sono conformi alle normative internazionali sul traffico aereo e rappresentano un pericolo per gli aerei civili e militari”. Attività del genere sono ormai relativamente frequenti, tutte “su acque internazionali” secondo la Difesa russa, che ieri ha pubblicato sul suo canale Youtube un video di una missione di otto ore da parte di due bombardieri strategici Tu-160 (scortati da caccia) sulle acque del Baltico, avvicinati a più riprese dai velivoli della Nato.

UN ATTIVISMO CHE PREOCCUPA

Tra fine marzo e inizio aprile, sono stati almeno tre gli scramble effettuati dagli assetti di Norvegia e Regno Unito nei confronti dei pattugliatori Tu-142, a volte dotati di scorta caccia. Gli stessi velivoli dell’Aeronautica di Mosca sono tra l’altro al centro dell’attenzione di Stati Uniti e Canada per il crescente attivismo intorno ai cieli dell’Alaska, dove negli ultimi tempi è scattato più di qualche scramble per i caccia F-22 della Us Air Force. Per ora, niente a che vedere con le manovre aggressive di avvicinamento registrate nel Mediterraneo orientale pochi giorni fa da parte di un caccia Su-35, anche se a preoccupare è il trend crescente di sortite russe sulle aree di interesse della Nato. D’altra parte, i cieli del nord aumentano di interesse. Dallo scorso febbraio, sono almeno due le comunicazioni della Difesa russa di “voli programmati verso aree non dirette” dei pattugliatori della Flotta del nord tra mar di Norvegia e mare di Barents.

(Foto: Allied Air Command Public Affairs Office)



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