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Il PD c’è, e lavora per l’Italia e l’Europa

Il Primo ministro Giuseppe Conte è stato criticato, da giornalisti e da alcuni politici, per il “duro” attacco alle opposizioni.

Il Presidente del Consiglio (PdC) è espressione di una maggioranza politica. Il suo intervento non è (e non ha, e non può avere) il significato di quello, per esempio, del Presidente della Repubblica, che è garante, è sopra le parti. Quindi, togliamo dalla discussione l’erronea idea che il PdC dovesse essere “asettico politicamente”.

Aggiungiamo poi un’ altra osservazione: da giorni due personaggi politici (non l’opposizione in quanto tale), passano il loro tempo a spargere informazioni sbagliate per mero calcolo politico. Privi di ogni responsabilità. Privi di ogni senso del pudore. Mentono, accusano il governo ed i suoi rappresentanti di aver tradito l’Italia. Un’accusa grave, rilanciata sui social media, gridata negli spazi televisivi, e rilanciata da agenzie stampa e giornali pur di raccogliere qualche click. Per la pubblicità. Si sa, queste sono cose che smuovono e fanno salire le visualizzazioni. Ma sono accuse gravi, per altro non fatte in Parlamento, ma per mezzo stampa.

Domanda di buon senso: il PdC doveva tacere sulle menzogne dette da due importanti esponenti politici? No. Permettetemi, ma non è stato un “uso personalistico”, ma un servizio al Paese e alla verità dei fatti.

L’Italia non ha attivato il MES. Né lo ha creato oggi. Il MES è stato il frutto di un accordo votato nel 2011 dall’allora governo Berlusconi. Di cui Giorgia Meloni, smemorata, era ministra. La ratifica, che come suggerisce il nome stesso, è semplicemente una ratifica, avviene nel 2012. Altra bugia: Giorgia Meloni non vota contro in dissenso del suo gruppo. Non è in aula. Potremmo definirla Ponzia Pilata del 2012. La Lega, invece, nonostante il suo appoggio nel 2011 all’accordo in sede europea, è l’unico partito che vota contro. E perché lo fa? Perché il governo ora insediato, quello tecnico di Mario Monti, sostenuto con il voto di fiducia da tutto il Parlamento – la Meloni smemorata votò la fiducia, oltretutto – è di un segno politico diverso. E la Lega non lo sostenne.

Questi sono i fatti. Queste sono le cose che era giusto, imperativo, che le cittadine ed i cittadini sentissero dire dal PdC. Perché in una Democrazia si ha il diritto di dire ciò che si pensa, ma anche il dovere di essere seri, onesti e di non mentire. Diversamente è solo una giungla. Dove ognuno apre la bocca e dà aria alle trombe, come si dice dalle mie parti, senza nessuna cura per l’adesione alla realtà delle cose.

Arrivo al titolo di questo articolo, però, perché ho letto un articolo di una firma che apprezzo molto, con cui non concordo. In questo articolo si dice che il PD si è praticamente silenziato ed estromesso dal dibattito, appiattendosi sul “contismo”. Secondo Mario Lavia, Conte avrebbe addomesticato il PD, dopo aver sterilizzato i grillini.

Mi sento di dire una cosa, in difesa del mio partito, in cui milito e in difesa del mio Paese: il contismo, per me, non esiste. L’appoggio del PD all’azione di questo governo è il frutto di un confronto e di un accordo politico. A cui con lealtà e responsabilità il PD si sta attenendo. E per fortuna: immaginate la situazione con il Covdi19 sotto un governo giallo-verde. Sarebbe stato il disastro politico e sociale. Abbiamo di fatto, come comunità politica e come partito, restituito al Paese la credibilità che serviva per andare a contrattare, con gli altri Paesi dell’UE, un pacchetto di aiuti senza precedenti per fronteggiare una crisi sanitaria  – ribadiamolo – inimmaginabile. Per rapidità di diffusione, per contagiosità del virus, per l’assenza di strategie e misure rodate.

Abbiamo visto, però, chi frena in Europa per la reale applicazione dei principi di solidarietà, equità e giustizia sociale. Le forze nazionalpopuliste del Nord-Europa: gli amici, per dirla in breve, di Giorgia Meloni e di Matteo Salvini, di FdI e della Lega. Perché, se c’è una cosa che questa crisi ci ha insegnato – per me, in vero, è solo una conferma – è che da soli non andiamo da nessuna parte e che il richiamo agli slogan degli ultimi tempi  – “prima gli italiani”, “prima gli olandesi”, “prima i tedeschi”, e così via – produce solo danni, rancori, incomprensioni e ci indebolisce come comunità.

Mentre alcuni politici lucrano su verità e sul benessere delle persone, mettendosi contro ad ogni opzione positiva e solidale, magari perché ci sono elezioni alle porte qua e là, o perché fanno un ragionamento cinico di raccolta di un facile consenso nell’immediato; c’è chi con serietà e competenza – e in silenzio – ha portato avanti una battaglia politica di grande importanza e valore, in Italia e nelle sedi europee.

Tra queste personalità, non posso non ribadirlo con orgoglio, ci sono ministre e ministri del PD, esponenti politici di rilievo. Ne cito alcuni, per il loro ruolo attuale fondamentale: Roberto Gualtieri, Enzo Amendola, Marina Sereni, Sandra Zampa, Brando Benifei, Paolo Gentiloni, David Sassoli.  Assieme, ovviamente, a colleghe e colleghi, anche di altri partiti di maggioranza, a cui non voglio certo far venire meno sostegno e riconoscimento per il lavoro fatto. Ma qua, mi limito a parlare di “noi”.

Il Partito Democratico, quindi, è scomparso? O, peggio ancora, è diventata una forza a servizio del “contismo”?

No. Il PdC ha semplicemente parlato chiaro rispondendo ad accuse infamanti e gravi. E meritava l’appoggio per aver ricondotto il piano della discussione alla realtà dei fatti. Una sbavatura di “bon-ton” istituzionale? Fatico anche in questo caso a vedere: c’è una differenza, come si dice di solito, tra il porgere l’altra guancia (bon-ton istituzionale) e il lasciarsi prendere a pedate senza reagire minimamente. Sarebbe auto-lesionista, e ingiusto. Ingiusto nei confronti del Paese, che merita rispetto, serietà e verità (con la “v” minuscola, ovviamente) sulle cose che vengono fatte.

Non c’è quindi un addomesticamento del PD da parte di Conte. Meno che mai della sua comunità, che è anzi viva, partecipe e molto dinamica: nonostante tutto, nonostante le difficoltà, stiamo dimostrando, proprio come PD, di esserci, e di essere molto ben motivati a dare un contributo.

Parlo per esperienza politica personale, in questo caso. Come circoli PD all’estero abbiamo promosso, fin da subito, una serie di incontri usando le piattaforme digitali online – che noi all’estero usiamo da tempo, e quindi per noi non era una grande innovazione, era una cosa che sapevamo già usare – sul covid19, con esperte ed esperti da tutto il mondo, per contrastare le fake-news messe in giro da politici irresponsabili. Lo abbiamo fatto per offrire informazioni medico-sanitarie – con virologi, epidemiologi, medici – e per creare già ora una base di  discussione e confronto politico sui risvolti sociali ed economici.

Abbiamo lavorato come italiane/i all’estero, come membri anche dei partiti fratelli (SPD, in Germania) sforzandoci di dare un contributo fattivo alla discussione e cercando di spingere affinché la risposta europea fosse forte, solidale e socialdemocratica. La SPD di Berlino ha votato all’unanimità un documento da noi proposto di appoggio alla strategia di sostegno economico per i paesi EU. Poco? Sì. Ma un segnale di impegno e di lavoro: silenzioso, certo, ma sincero. Così hanno fatto altri gruppi PD all’estero, anche in Olanda. Dove le resistenze sono, purtroppo, forti e basate, come sappiamo, su calcoli politici interni.

Fa sorridere, poi, l’accusa di Meloni alla “deriva autoritaria”. Specie all’indomandi della presa dei “pieni poteri” da parte di Orban, altro amico politico del duo Meloni-Salvini, e delle loro manifestazioni di giubilo. Personaggi politici privi di credibilità e senza alcun senso delle istituzioni. Il Parlamento, a differenza di ciò che vanno dicendo, non è stato escluso da una discussione: il confronto, sulle gravissime affermazioni di Meloni e Salvini, con un assurdo riferimento all’alto tradimento, spero vivamente sarà portato nelle aule parlamentari.  Soprattutto per mettere le opposizioni, se non si dissociano dai loro due leader politici di spicco, davanti alle loro (ir)responsabilità.

Per fortuna, a parlare altrettanto chiaro, oggi, nella celebrazione della Pasqua, in una cattedrale deserta, ci ha pensato anche Papa Francesco. Ricordando, appunto, che certi modi di fare, pensare e agire sono dannosi e non dovranno essere banditi solo ora, durante questa crisi, ma per sempre. Questo è il vero grande sforzo, la grande sfida che ci aspetta, tutte e tutti, nel dopo epidemia.

In conclusione, il PD c’è. E dimostra, ancora una volta, nonostante le difficoltà, che una politica seria, è possibile. Noi continueremo a dare il nostro contributo, cercando di contrastare menzogne e attacchi strumentali. Siamo tutte/i consapevoli delle difficoltà del momento, delle cose che devono migliorare. Nessuno sta difendendo a spada tratta nulla o nessuno, per il solo bisogno di farlo. Ma la critica ha valore quando è costruttiva, e non se è mirata solo a distruggere. Cosa che, come vediamo, i nazionalpopulisti fanno per tornaconto: rispondere e reagire non è auspicabile, è un dovere.



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