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Il Pentagono scende in campo. A favore dell’Italia. Ecco come (e perché)

Ieri il capo del Pentagono Mark Esper ha dato luce verde al memorandum firmato dal presidente Donald Trump per l’invio di aiuti statunitensi all’Italia. Il segretario ha autorizzato il dipartimento della Difesa all’invio di supporto umanitari per far fronte all’epidemia di coronavirus. “In coordinamento con il dipartimento di Stato, gli sforzi del dipartimento della Difesa possono includere, a titolo esemplificativo, trasporto di attrezzature mediche extra dipartimento della Difesa, fornitura di aiuti umanitari, personale militare a supporto delle attività civili di operazioni umanitarie e supporto telemedico alle strutture e ai servizi medici italiani per i pazienti non Covid-19 in Italia”, si legge in una nota. “Gli sforzi del Comando europeo degli Stati Uniti, in coordinamento con l’ufficio del sottosegretario alla Difesa per le politiche e l’agenzia di cooperazione per la sicurezza della difesa, dureranno fino al 5 giugno 2020 o fino a quando l’Italia non avrà più bisogno di tale sostegno, a seconda di quale evento si verifichi per primo”. Nella stessa nota si ribadisce che “questa assistenza riflette la solida amicizia e collaborazione tra Stati Uniti e Italia, che ospita oltre 30mila membri militari statunitensi e i loro familiari a carico”.

“Dal tempo del Piano Marshall, per volere oggi del presidente Trump, mai un intervento simile era stato fatto per un Paese alleato dell’Occidente”, ha spiegato ieri in una lunga intervista al TGCom24 l’ambasciatore statunitense in Italia, Lewis Eisenberg. “Proseguiremo con questa amicizia, costruita per sempre sulla democrazia e la libertà degli individui”, ha detto il diplomatico spiegando anche che “ci saranno inoltre fondi per il business italiano per ripartire dopo il terribile e lungo lockdown. Ci sarà sostegno militare e logistico, la telemedicina, la ricerca medica comune tra l’università di Pittsburgh e famosi scienziati italiani per sviluppare il vaccino, che speriamo sia presto pronto”. 

Gli obiettivi del pacchetto di aiuti di Washington sono due, ha spiegato l’ambasciatore Eisenberg: la battaglia al coronavirus e la ripresa degli scambi commerciali globali. Ma ce n’è un terzo, forse addirittura un quarto dietro le sue parole: “È anche molto importante l’impegno delle grandi aziende private americane. Questo mi rende orgoglioso. America e Italia sono costruite sulla democrazia e sulla libertà. L’America si fonda anche su milioni di aziende private. E il loro aiuto rappresenta lo slancio e la generosità del popolo americano per chi si trova in difficoltà. Sono particolarmente orgoglioso che la Camera di Commercio americana abbia raccolto oltre 30 milioni di dollari dalle compagnie statunitensi. E grazie anche per la collaborazione che ci ha dato l’ambasciatore italiano a Washington, Armando Varricchio”.

Questo passaggio dell’intervista va legato a un altro: “È evidente che altri Paesi come la Russia, la Cina ma non soltanto stiano dando una mano e sono qui in Italia. Sono qui in una crisi globale perché l’Italia è particolarmente colpita. E se vengono con una trasparente buona volontà e senza altri motivi, con il desiderio di cooperare per mettere fine alla pandemia, veramente sono benvenuti. Ma ci deve essere trasparenza”. Eccoli qui il terzo e il quarto obiettivo: rafforzare l’asse tra i due Paesi e contrastare l’influenza cinese e russa in Italia.

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