Contro monti e maree, in Wisconsin oggi si vota per le primarie: l’epidemia, che ha già fatto rinviare tutti gli appuntamenti elettorali previsti ad aprile e posporre al 2021 le Olimpiadi di Tokyo, e che fa svolgere a porte chiuse i riti pasquali in Vaticano, non smuove la Corte Suprema dello Stato, dove da circa due settimane vige l’ordine di stare a casa.
La Corte suprema del Wisconsin ha così bloccato ieri l’ordinanza del governatore Tony Evers, democratico, di posticipare le primarie al 9 giugno. Con quattro voti a favore e due contrari, la Corte ha dunque disposto che il voto si svolga, allineandosi con il parere dell’Assemblea legislativa dello Stato, controllata dai repubblicani.
Nella sua ordinanza, il governatore Evers aveva sostenuto che nessun cittadino del Wisconsin deve essere chiamato a scegliere fra l’esercizio del diritto di voto costituzionale e la tutela della salute. Nello Stato vi sono almeno 2000 casi di contagio confermati e un’ottantina di morti.
Impossibile prevedere quale sarà la partecipazione alle primarie e che significato esse possano avere in queste condizioni. Nella giornata di lunedì, negli Stati Uniti sono decedute 1.150 persone a causa del coronavirus, secondo i dati della Johns Hopkins University, che conta complessivamente circa 370 mila contagiati e oltre 10 mila vittime.
Ieri, il presidente Donald Trump e il suo probabile rivale democratico Joe Biden si sono scambiati idee sul coronavirus al telefono: “Abbiamo avuto una buona conversazione, è stata amichevole ed è durata 15 minuti. Mi ha dato il suo punto di vista”, ha detto Trump.
Il presidente e Biden non hanno pareri e atteggiamenti coincidenti sull’epidemia: diversamente da Trump, Biden d’ora in poi indosserà una mascherina in pubblico e invita tutti a seguire i consigli delle autorità sanitarie e degli scienziati. Invece, il presidente, che sta valutando se limitare i voli all’interno dell’Unione, litiga con gli esperti.
L’ultimo casus belli è la clorochina, un farmaco anti-malaria, che sarà sperimentata nel Michigan, a Detroit, su tremila contagiati, annuncia Mike Pence, lo zar anti-coronavirus: l’Amministrazione vuole portarne milioni di dosi nelle aree più investite dal contagio. Ad esempio a New Orleans, dove il tasso di mortalità è ora il doppio che a New York, la città in assoluto più colpita: quasi 40 deceduti ogni 100 mila abitanti, contro poco meno di 20.
Sull’efficacia del farmaco, media Usa riferiscono una lite nella Situation Room della Casa Bianca: Peter Navarro, consigliere per il commercio iper-liberista, che non è nella task force anti-contagio, ha esibito un fascicolo con le prove che il farmaco è efficace. “Ma che stai dicendo?”, l’ha stoppato Anthony Fauci, il virologo in capo. Navarro ha reagito in malo modo, com’è solito fare se qualcuno lo contraddice.