Carissimi tutti,
ispirata dalle parole di don Tonino Bello che faccio mie (rielaborandole) desidero raggiungerVi in questo tempo Pasquale per augurarVi una Santa Pasqua e per ringraziarVi della Vostra fiducia.
Noi non ci scoraggiamo e andiamo avanti combattendo. Vedrete che ce la faremo ad aiutare la Famiglia salvando la Scuola e così dare un futuro all’Italia. Oggi giornata di preghiera che ci darà la luce. Vi scrivo domani.
Cari amici,
come vorrei togliervi dall’anima, quasi dall’imboccatura di un sepolcro, il macigno che ostruisce la vostra libertà, che non dà spiragli alla vostra letizia, che blocca la vostra speranza.
Ci sentiamo come dei gabbiani con le ali spezzate e stiamo rantolando in giardino, aspettando la morte. Tutto è finito. Cosa possiamo dire, e fare di più l’epilogo sembra già scritto.
D’altronde la nostra vita è un tutt’uno siamo fatti di corpo e di spirito. Le celebrazione come non mai in tempi di coronavirus si celebrano sulla nostra pelle. Non c’è un dentro e fuori dalla cappella.
Quindi per noi che abbiamo creduto e crediamo di poter dare un futuro all’Italia salvando oggi la scuola lo stralcio degli emendamenti e la messa alla fiducia del decreto ci suona come non c’è altro da fare. Potrei dirvi che cosi non è ma lo faccio domani.
Oggi venerdì santo da persona, da religiosa nella piena consapevolezza di ciò che scrivo perché lo vivo ogni giorno sulla mia pelle, sulla mia carne, nel mio spirito so che la morte, non è mai l’ultima parola.
Sei li fiaccato nel corpo e arrivi a credere che la resa sia l’ultima cosa che ti resta eppure poi si combatte perché avverti la grossa responsabilità sociale.
Noi uomini e donne di scuola abbiamo la tempra forte perché siamo degli educatori e per un educatore c’è sempre per tutti una opportunità.
Ecco perché posso dirvi però una parola. Sillabandola con lentezza per farvi capire di quanta forza intendo caricarla: “coraggio”!
La Risurrezione di Gesù Cristo, nostro indistruttibile amore, è il paradigma dei nostri destini. La Risurrezione. Non la distruzione. Non la catastrofe. Non l’olocausto planetario. Non la fine. Non il precipitare nel nulla.
Coraggio,
amici che siete avviliti, stanchi, sottomessi ai potenti che abusano di voi, scoraggiati, senza prospettiva.
Coraggio,
famiglie che temete per il presente e il futuro dei figli.
Coraggio,
docenti umiliati da anni di discriminazione e oggi a rischio disoccupazione. Feriti nella vostra dignità professionale e umana.
Coraggio,
disoccupati, oggi sempre più spaventati.
Coraggio,
giovani senza prospettive, amici che la vita ha costretto ad accorciare sogni a lungo cullati.
La Pasqua frantumi le nostre paure e ci faccia vedere le tristezze, le malattie, i soprusi, le discriminazioni, i tradimenti e perfino la morte, dal versante giusto: quello del «terzo giorno». “Da quel versante le croci sembreranno antenne, piazzate per farci udire la musica del cielo. Le sofferenze del mondo non saranno per noi i rantoli dell’agonia, ma i travagli del parto”.
Allora, Coraggio! Non temete! Non temiamo!
Non c’è scetticismo che possa attenuare l’esplosione dell’annuncio: “le cose vecchie sono passate: ecco ne sono nate di nuove” (2 Cor 5,17).
Santa Pasqua di cuore!