Nello studio della Società Italiana di Intelligence “Analisi di Intelligence e Proposte di Policy sul Post-Pandemia Covid-19 (aprile 2020 – aprile 2021)” sono state esaminate una serie di tendenze in modo organico e coordinato, con l’orizzonte temporale dell’aprile 2021.
Nel report si sostiene che l’elemento più grave da affrontare sarà il disagio sociale, conseguenza di quello sanitario, economico e politico. Questo comporta l’inevitabile accentuazione delle diseguaglianze territoriali, che quelle tra i cittadini. Il disagio sociale rischia contemporaneamente di ampliare il bacino di reclutamento della criminalità e di accentuare le spinte separatiste delle aree più sviluppate del Paese.
L’aspetto centrale sarà questo: dal punto di equilibrio che si raggiungerà nel nostro Paese tra le condizioni di indigenza e la riduzione del benessere dipenderà l’effettiva tenuta sociale e quindi potrebbe dipendere la sicurezza delle istituzioni democratiche. Parimenti si stanno rafforzando le tendenze di forte contestazione alle politiche comunitarie, fino ad un potenziale allontanamento dall’Unione Europea, come dimostrano alcuni sondaggi.
A livello di policy, si è posto l’accento su misure che possano riequilibrare il divario tra classi sociali e in particolare tra le élite pubbliche e i cittadini, attraverso una serie di interventi strutturali sulla riduzione dei costi della politica e dell’apparato burocratico, per i quali in gran parte basta un decreto legge. Si tratta di somme che incidono poco sul bilancio dello Stato ma rispondono molto a criteri di ragionevolezza e riavvicinano le élite ai cittadini.
È emersa la necessità di ridefinire nuovamente i poteri tra Stato e Regioni, specie in ambito sanitario ridando allo Stato un ruolo più incisivo. A livello geopolitico, si è posto il tema di un più chiaro posizionamento italiano rispetto alle alleanze internazionali, avendo come punto di riferimento l’interesse nazionale. Sul piano militare, l’analisi ha preso in esame il probabile ridimensionamento dei fondi nel bilancio pubblico nel settore della difesa, stimato in circa 3 miliardi di Euro.
Inoltre, si è posto l’accento su ambiti di intervento che andrebbero rafforzati, come la protezione del dominio cyber e la prevenzione di minacce nucleari, biologiche e chimiche, considerato che l’attuale pandemia potrebbe non essere l’ultima.
A livello economico e industriale, si è rilevata la probabile debolezza italiana sui mercati internazionali, che potrebbe comportare infiltrazioni criminali e acquisizioni degli asset nazionali da parte estera, col depotenziamento dell’industria manifatturiera. Pertanto viene auspicato l’aggiornamento della normativa del golden power, valutando in questa fase il divieto della vendita delle aziende strategiche.
I rischi vanno monitorati non solo nell’immediato, ma anche nel medio periodo, poiché la criminalità organizzata, le multinazionali, le banche d’affari, i fondi sovrani e i Paesi stranieri potrebbero agire a distanza di tempo ponendo però adesso le basi per i loro interventi futuri. Inoltre, proprio ora andrebbero predisposte le condizioni legislative e fiscali per incentivare il rientro sia delle sedi legali delle aziende che delle attività produttive.
A livello scientifico si è evidenziata la necessità di rafforzare la sicurezza dei dati e delle infrastrutture digitali del sistema scientifico, in particolare delle strutture sanitarie. È stata richiamata l’importanza di bilanciare il ruolo degli scienziati con quello dei decisori politici, poiché si è passati da una iniziale sottovalutazione degli esperti a fare dipendere da loro anche parte delle scelte politiche.
Infine, è stato fatto notare che l’emergenza educativa non può essere affrontata semplificando ulteriormente i percorsi di studio perché questo sicuramente accrescerà le distanze sociali e territoriali tra Nord e Sud.
(Primo articolo di una serie che verrà pubblicata nei giorni a seguire)
La ricerca, curata dal Presidente della Socint Mario Caligiuri, Direttore del Laboratorio sull’Intelligence dell’Università della Calabria, è stata redatta da Mario Caligiuri (Ricaduta Politica – Il problema pedagogico) e dai ricercatori Roberto Macheda (Ricaduta Economica), Francesco Napoli (Ricaduta Industriale – Piccola e Media Impresa), Luigi Barberio (Ricaduta Economica – Ricaduta Industriale) e Luigi Rucco (Ricaduta Scientifica – Problema pedagogico).