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C’è un report Ue sulla disinformazione cinese e russa. Ma è sparito

È sparito un report della divisione StratCom del Servizio europeo per l’azione esterna? Ieri Politico Playbook raccontava di aver visionato un rapporto del dipartimento comunitario che combatte la disinformazione in cui si parla delle campagne messe in piedi da Russia (attraverso canali come Sputnik e RT) e Cina sul coronavirus e sulla salute pubblica. Uno degli obiettivi della disinformazione cinese è il governo francese: secondo il documento, Pechino ha messo nel mirino Parigi, arrivando perfino a far circolare fake news secondo cui i parlamentari francesi avrebbero usato epiteti razzisti contro il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità Tedros Adhanom Ghebreyesus. 

L’uscita del rapporto – di 25 pagine, raccontato anche dal giornale tedesco Süddeutsche Zeitung – era attesa nella giornata di ieri ma non se ne sa ancora nulla. Oggi Politico Playbook racconta di aver chiesto spiegazioni al Servizio europeo per l’azione esterna, che però non ha risposto.

Ciò che appare evidente da quanto diffuso dai due giornali che hanno avuto accesso al report è come la Cina abbia, in questa fase di coronavirus, messo in campo tattiche di disinformazione tipiche della Russia (novità già analizzata da Formiche.net). E non soltanto verso l’Unione europea: anche verso gli Stati Uniti. A raccontarlo sono il Wall Street Journal e Politico rivelando un rapporto interno del dipartimento di Stato americano: Russia, Cina e Iran stanno utilizzando simili narrazioni per promuovere la disinformazione sul coronavirus negli Stati Uniti, il Paese più colpito dalla pandemia. 

Che succede, quindi? Bocche cucite all’Unione europea nonostante le proteste di molti eurodeputati che chiedono la pubblicazione del rapporto che cadrebbe a fagiolo dopo l’alzata di scudi di Francia e Germania contro la Cina. “Non siamo ingenui, in Cina è accaduto qualcosa che non sappiamo”, ha detto il presidente francese Emmanuel Macron in una recente intervista al Financial Times. “La Cina deve dare chiarezza” su ciò che è accaduto a Wuhan, gli ha ora fatto eco la cancelliera tedesca Angela Merkel dopo le durissime accuse rivolte da alcuni giornali nel suo Paese al regime di Pechino, in particolare dalla Bild (il cui direttore Julian Reichelt è diventato un simbolo della battaglia per la verità sul coronavirus dopo la coraggiosa replica alle proteste dell’Ambasciata cinese a Berlino “non molto felice” della copertura data dalla testata ai silenzi e ai ritardi del governo cinese).

Macron e Merkel sembrano aver deciso di lasciare da parte i loro interessi verso la Via della Seta (in particolare: il primo per il 5G, la seconda per l’industria automobilistica) e abbracciare una linea più atlantista nel confronto con la Cina. Più fragile, invece, è la posizione dell’Italia nonostante le rassicurazione del ministro degli Esteri Luigi Di Maio che la scorsa settimana in audizione davanti alle commissioni Esteri riunite di Camera e Senato ha sottolineato che “è impensabile” che gli aiuti giunti per affrontare l’emergenza da coronavirus possano “modificare il panorama delle alleanze alle quali l’Italia storicamente e culturalmente appartiene”.

E a rafforzare la sensazione che l’Italia sia osservata speciale dall’Unione europea per i suoi rapporti internazionali è arrivato questa mattina un articolo di Politico Europe, una delle testate più lette nelle istituzioni europee (e più sensibili all’asse franco-tedesco), sugli aiuti all’Italia “Dalla Russia con amore”.

Le immagini del convoglio formato da 22 camion militari, che attraversavano tutta l’Italia come una potenza occupante, hanno rappresentato un successo per la propaganda di Mosca, che ha utilizzato le immagini per rafforzare l’idea che la Nato e l’Unione europea avessero abbandonato l’Italia nel momento del bisogno. “Il convoglio russo ha viaggiato sulle strade della Nato”, diceva trionfante il canale televisivo Rossiya 1, controllato dallo Stato.

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