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Wisconsin, primarie senza risultati. Ed è Trump vs Oms

Primarie senza risultati nel Wisconsin: bisognerà attendere fin dopo Pasqua per sapere chi ha vinto il voto imposto dalla Corte Suprema dello Stato, bocciando la decisione del governatore di rinviare la consultazione a giugno.

Anche se l’affluenza è stata bassa, ci sono state lunghe code alle urne, specie a Milwaukee, la città più popolosa, dove i seggi erano stati ridotti da 180 a cinque, causa la defezione di molti presidenti e scrutatori volontari, parzialmente rimpiazzati da 300 uomini della Guardia Nazionale. I cronisti riferiscono di distanze fra gli elettori non sempre rispettate.

In Wisconsin, dove nel 2016 vinse Donald Trump, dovrebbe svolgersi la convention democratica, già spostata da luglio ad agosto e che potrebbe essere sostituita da una convention virtuale. Lo Stato conta, stando ai dati più aggiornati, oltre 2500 casi di contagio da coronavirus e almeno 85 deceduti.

Negli Usa, l’epidemia, che viaggiava da una settimana alla media di mille morti al giorno, ha avuto lunedì la giornata più tragica, con quasi 2000 vittime (1939, secondo la Johns Hopkins University, che ne tiene il conto), per un totale che s’accinge a superare le 13 mila, mentre i contagi vanno verso i 400 mila (386 mila all’ultimo rilievo), quasi il triplo di Italia e Spagna, oltre il quadruplo della Cina.

Ma Trump contesta i dati altrui: “Altri Paesi hanno di fatto più casi di quelli dichiarati, solo che riportano numeri ingannevoli o sbagliati”. L’andamento del contagio negli Usa non accenna ancora a regredire: con 731 morti in 24 ore, New York è la città più colpita, ma nella Grande Mela almeno diminuiscono i ricoveri.

L’ultimo bersaglio di Trump è l’Oms, accusata d’essere ‘filocinese’ e minacciata di tagli ai fondi: l‘Organizzazione mondiale della sanità, un’agenzia dell’Onu, “ha sbagliato, dice il presidente Usa, sempre alla ricerca di colpevoli. “E’ finanziata in larga parte dagli Stati Uniti, ma è sino-centrica. Fortunatamente ho respinto il loro consiglio di tenere aperti i confini con la Cina all’inizio. Perché dare una raccomandazione così sbagliata?”, twitta il presidente dopo che i media hanno denunciato che ci sono stati oltre 400 mila ingressi dalla Cina negli Usa dopo lo scoppio dell’epidemia..

Il New York Times scopre che il presidente era già stato avvertito a fine gennaio dell’impatto dell’epidemia sull’economia, ma continuò a minimizzare il problema. Il giornale cita un appunto del 29 gennaio del consigliere per il commercio Peter Navarro, in cui si avverte che senza un’azione di contrasto decisa il coronavirus avrebbe lasciato il Paese “senza difese” e sarebbe costato migliaia di miliardi di dollari e migliaia di vittime. Trump ora assicura che l’economia sarà un “razzo dopo che il virus sarà passato”, parlando in videoconferenza con alcuni finanzieri di Wall Street.

Sempre il NYT ipotizza un conflitto di interessi del presidente e di suoi familiari e collaboratori dietro la promozione della clorochina, nascosto in un intreccio di partecipazioni finanziarie. Studi e/o inchieste indicano che i neri sono più a rischio di ammalarsi e che c’è un rapporto tra mortalità dei contagi e inquinamento.

Usa2020

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