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Buon compleanno Europa!

Oggi ricorrono i settant’anni della Dichiarazione Schuman in tal proposito al netto delle legittime celebrazioni potrebbero risultare utili una serie di brevi riflessioni che partono da quel 9 maggio 1950 ma volte al futuro (il nostro)…

Punto primo: Il principio alla base di quel percorso è l’efficientamento delle risorse. Jean Monnet, la vera mente dell’operazione, ebbe la felice intuizione di mutuare una buona pratica organizzativa sperimentata sia durante il primo che il secondo conflitto mondiale: l’efficientamento delle risorse francesi ed inglesi volte a fronteggiare lo sforzo bellico.

Punto secondo: il punto di caduta di quella modalità furono invece le Istituzioni sovranazionali, e ciò per un motivo molto semplice: le singole opinioni pubbliche nazionali di allora causa le ferite aperte dalla Seconda Guerra mondiale erano tutt’altro che propense ad avallare una stretta di mano tra i loro rappresentanti governativi e quelli degli ex nemici (vedi Francia-Germania) meglio pertanto anteporre il sovranazionale agli Stati.

Sintesi: a pensarci bene oggi a fronte di una crisi impattante quanto una guerra stiamo operando con modalità molto simili seppure a settant’anni di distanza.

Il problem solving europeo alla pandemia e al post-pandemia sta passando tutto attraverso le Istituzioni europee.
Situazione sostenuta dagli Stati membri consapevoli che a fronte di 27 opinioni pubbliche di cui alcune molto problematiche (vedi il dibattito Mes in Italia) per agire ed andare avanti occorre puntare maggiormente su chi mi consente di farlo al meglio (restando naturalmente nel perimetro dei Trattati): le impersonali istituzioni sovranazionali.
La prova di tiro alla fune in atto in questi giorni tra Bce e Corte Costituzionale tedesca, istituzione da sempre molto attenta agli umori del popolo teutonico, ci dirà con chiarezza su quali binari (sovranazionali o intergovernativi) si proseguirà.
Una cosa comunque è certa, se la prova di forza dovesse propendere nell’orientamento di dare in ambito permanente maggiore spazio al mondo di Bruxelles per il Parlamento europeo si aprirebbe finalmente una finestra di opportunità reale. Ovvero di diventare un vero baricentro tra istituzioni e cittadini europei.
Buon compleanno Europa!

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