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Cina, indietro tutta. Xi ammette la crisi. Fallito l’obiettivo di crescita e…

È un fatto storico: per la prima volta la Cina ha deciso di abbandonare il suo obiettivo di crescita del prodotto interno lordo per quest’anno, a causa della grande incertezza provocata dalla pandemia di coronavirus. L’ha annunciato poche ore fa il primo ministro Li Keqiang, aprendo la sessione di lavori del Congresso nazionale del popolo a Pechino. “Non abbiamo posto uno specifico obiettivo di crescita economica quest’anno”, ha spiegato il primo ministro. “Perché il nostro Paese affronterà alcuni fattori che sono difficili da predire nel suo sviluppo dovuti alla grande incertezza riguardo la pandemia Covid-19 e il contesto economico e commerciale mondiale”.

Difficile stimare l’effetto delle misure di stimolo messe in campo dal governo cinese. Ma il primo trimestre del 2020 racconta come la seconda economia del mondo abbia registrato un crollo del 6,8 per cento a causa dell’epidemia partita dalla città di Wuhan e man mano diffusasi in tutto il Paese e poi in tutti i continenti del mondo. 

IL DISAVANZO FISCALE

Altro tema è il bilancio pubblico. La Cina prevede un disavanzo fiscale al di sopra del 3,6 per cento del Pil, determinando un aumento del deficit di mille miliardi di yuan (circa 141 miliardi di dollari) rispetto allo scorso anno, secondo quanto dichiarato dal premier cinese Li Keqiang. “La decisione di abbandonare un obiettivo di crescita specifico è stata presa perché il Paese dovrà affrontare alcuni fattori che sono difficili da prevedere nel suo sviluppo a causa della grande incertezza sulla pandemia di Covid-19 e sull’ambiente economico e commerciale mondiale”, ha aggiunto. “Non fissare un obiettivo specifico per la crescita economica consentirà a tutti noi di concentrarci sul garantire stabilità su sei fronti e la sicurezza in sei aree”, ha detto Li.

LE RIPERCUSSIONI SULLA DIFESA

Le difficoltà economiche sembrano aver suggerito alle autorità cinesi una revisione in tema di difesa e sicurezza, nonostante lo scontro con gli Stati Uniti e le ultime mosse contro Taiwan e Hong Kong. Infatti, il bilancio militare cinese, il secondo al mondo dopo quello degli Stati Uniti, aumenterà solo del 6,6% nel 2020. Si tratta di una ulteriore decelerazione rispetto allo scorso anno, secondo quanto annunciato dal ministero delle Finanze. Questo tasso di crescita, inferiore rispetto al 2019 (era +7,5%), è stato diffuso all’apertura della sessione annuale del Parlamento. Pechino prevede di spendere 1.268 miliardi di yuan (178 miliardi di dollari, 163 miliardi di euro) per la Difesa. Nel 2019 la spesa totale per la difesa della Cina è stata pari a un quarto di quella degli Stati Uniti, mentre la spesa pro capite è stata di circa un diciassettesimo. Sottolineando che la Cina non ha “spese militari nascoste”, Zhang Yesui, portavoce della terza sessione della tredicesima Assemblea nazionale del popolo cinese, ha affermato che il Paese ha adottato una linea di trasparenza. “La spesa per la difesa della Cina è rimasta all’incirca all’1,3 per cento del suo prodotto interno lordo per molti anni, ben al di sotto della media mondiale del 2,6 per cento”, ha detto Zhang. Resta da capire se sia una dichiarazione per sottolineare la trasparenza oppure, al contrario, se sia dettata dalla necessità di rimandare la sfida agli Stati Uniti. 


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