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Usa 2020, ecco come Trump sfida Biden

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Joe Biden tra due fuochi: Donald Trump e Tara Reade. Mentre gli Stati Uniti, e la Casa Bianca, sono ancora investiti dal contagio coronavirus in modo virulento, il candidato democratico è sotto attacco del magnate presidente e della donna, una ex collaboratrice, che lo accusa di averle usato violenza nel 1993.

Il fronte aperto dalla Reade è il più insidioso, perché il filone di #Metoo attraversa pure gli elettorati democratico e femminile. L’ex collaboratrice invita l’ex vice-presidente ad abbandonare la corsa alla Casa Bianca e s’affida allo studio legale che rappresenta alcune vittime di Harvey Weinstein. L’avvocato che la assiste è Douglas Wigdor, un donatore repubblicano.

Trump sfida Biden a “uscire allo scoperto” e a non limitarsi a fare campagna solo con eventi virtuali dal basement, il seminterrato della sua casa in Delaware. “Vorrei vederlo uscire dallo scantinato così che possa parlare”, ha detto il presidente in un’intervista telefonica a Fox News. Da quando c’è la pandemia, l’ex vice-presidente s’è auto confinato in casa, allestendo uno studio tv nel basement per collegamenti virtuali. Trump, del resto, non è uscito dalla Casa Bianca per due mesi, godendo, però, di una grande (e controversa) visibilità con i suoi briefing quotidiani in diretta televisiva.

La campagna per la rielezione di Trump sta inoltre lanciando un’offensiva mediatica da 10 milioni di dollari con una serie di spot televisivi e online contro Biden, che, nonostante l’auto-isolamento, è avanti nelle intenzioni di voto nei sondaggi nazionali. Tra gli argomenti di Trump contro Biden, l’asserita vicinanza dell’ex vice-presidente alla Cina, sullo sfondo delle polemiche su origine e diffusione della pandemia, il ruolo nelle relazioni con l’Ucraina e aspetti controversi della sua lunga carriera politica.

Mentre i giochi della politica tornano a fare capolino, il coronavirus continua a mietere vittime: venerdì, i decessi sono stati 1.635. Secondo i dati della Johns Hopkins University, la pandemia ha finora fatto negli Stati Uniti oltre 77 mila morti e ha contagiato 1.285.000 persone.

Ed è pure entrata alla Casa Bianca, dove lo staff ha già cominciato a indossare mascherine, dopo che un valletto del presidente e la portavoce del vice-presidente Mike Pence sono risultati positivi al test per il coronavirus. La portavoce è Katie Miller, che ha trascorso molto tempo con il suo “boss”, mentre non avrebbe avuto contatti con Trump. Ma la Miller è moglie del consigliere presidenziale Stephen Miller, uno degli autori dei discorsi del magnate.

Nella sua lotta contro collaboratori e consiglieri che contestano la sua linea, Trump ha ieri ricevuto uno schiaffo dall’Office of Special Counsel, un’agenzia investigativa e giudiziaria federale indipendente, che ha chiesto di fare tornare al suo posto Rick Bright, l’esperto di vaccini che dice d’essere stato rimosso per ritorsione perché si opponeva a promuovere l’idrossiclorochina come trattamento contro il coronavirus.

L’agenzia, che continua a indagare sul caso, ritiene di avere “ragionevoli elementi per credere” che l’amministrazione Trump abbia agito in tal senso. Bright, che è un medico, guidava il dipartimento del Ministero della Salute preposto a sviluppare il vaccino anti-coronavirus. Trump l’aveva definito un “dipendente scontento”.

Nel suo ricorso, Bright ha denunciato che dirigenti di nomina politica del ministero avevano tentato di promuovere l’idrossiclorochina come una “panacea” e volevano che New York e il New Jersey fossero inondati del farmaco. Inoltre, il dirigente medico ha riferito che l’Amministrazione Trump respinse i suoi allarmi sull’imminente pandemia, quando, dopo gli allarmi dell’Oms a gennaio, lui consigliò di agire con urgenza.

(GpnewsUsa2020)

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