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Didattica a distanza: problema o soluzione?

Da due mesi, milioni di bambini, ragazzi, giovani e insegnanti sono chiamati a vivere la didattica a distanza. Da un giorno all’altro, quelle che erano le abitudini  sono state cambiate da un virus. Ognuno ha dovuto modificare il proprio stile, infatti tutto quello che sembrava apparentemente scontato: il calore di un abbraccio, la bellezza del sorriso e l’aiuto reciproco in vista di una verifica o esame sono stati accantonati.

In poco tempo ci si è ritrovati, nelle proprie abitazioni, soli e privi di ogni contatto umano. Ma davanti ad una simile emergenza che ha stravolto il mondo anche la scuola si è riunita per fronteggiare questo nemico. Lo ha fatto attraverso la tecnologia. Milioni di tablet, pc, telefonini, webcam e microfoni sono diventati compagni di viaggio in questa terribile ma significativa esperienza.

Ma non sono mancate le difficoltà per coloro che, a causa di motivi economici, non avendo potuto acquistare gli accessori tecnologici si sono arretrati nella loro formazione scolastica. E allora questo ha probabilmente aumentato il divario sociale che è un problema persistente.

La didattica a distanza, però, sarà anche il futuro della scuola ed in vista del nuovo anno il MIUR ha stanziato ben 63.679.174,05 euro per 4.905 istituti, pari all’87,2% dei 5.625  che potevano partecipare.

Dopo questi notevoli sforzi economici la domanda sorge spontanea: la didattica a distanza sarà una soluzione o un problema?



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