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Che estate sarà. Ecco come in Europa si gioca la partita del turismo

Arriva l’aria d’estate e dopo questi mesi duri gli italiani, e non solo, pensano a come riprendere la normalità – o meglio, la nuova normalità post Covid-19 – nei prossimi mesi pieni di speranza. In Italia, ad esempio, il governo è impegnato nella stesura di un decreto legge per il settore turismo, che occupa milioni di lavoratori e rappresenta un contributo decisivo per i conti dell’economia nazionale.

Le imprese hanno reagito alla bozza del decreto sostenendo che servono finanziamenti a fondo perduto anche per le imprese turistiche con fatturati oltre i 5 milioni di euro, per cui il tetto dei 5 milioni va eliminato. Durante un’audizione in commissione Industria al Senato, la Federazione italiana imprese balneari (Fiba) ha espresso preoccupazione perché “ancora ad oggi non abbiamo linee guida certe con indicazioni. Ho sentito che le avremo entro questa settimana, ma devono essere linee guida chiare, certe, non devono creare dubbi interpretativi sulle procedure anti Covid-19 da adottare nelle strutture e devono fare stare tranquilli imprenditori e ospiti”.

Per le agenzie viaggi un contributo sul mese di aprile “non rappresenta assolutamente un sostegno significativo e congruo alle reali necessità delle imprese, applicato tra l’altro senza distinguere il peso di organizzazione e intermediazione dei viaggi”. La cassa integrazione, come prevista nella bozza di decreto legge, “non consente alle imprese di poterne usufruire quando effettivamente necessario e non può essere limitata a 5 settimane nei mesi di giugno, luglio e agosto; mesi che registreranno volumi di fatturato ancora bassissimi. Occorre lasciare alle stesse imprese la possibilità di modularne l’applicazione temporale in base alle effettive esigenze”.

I rappresentanti delle associazioni Aidit, Astoi Assoviaggi e Fto sono pessimisti, parlano di “una morte annunciata” e bocciano il bonus vacanza pensato dal governo definendolo una pura operazione di marketing. In una nota sostengono che “non si è fatto nulla per salvare il turismo dal collasso e che si è dato un colpo di grazia, probabilmente terminale, ad un settore che rappresenta il 13% del Pil e il 15% degli occupati”.

Tutto il mondo è impegnato nella ricerca di soluzioni per sostenere il turismo dopo gli effetti della pandemia Covid-19. In attesa delle indicazioni di Bruxelles, i Paesi membri dell’Unione europea intanto studiano la forma migliore per riaprire le frontiere in sicurezza e riattivare il turismo; un settore che rappresenta una grossa fetta dell’economia.

Secondo l’Organizzazione Mondiale del Turismo, “’l’83% dei destini del Vecchio Continente hanno chiuso al turismo internazionale […] mentre la caduta di quest’anno rispetto al 2019 sarà tra il 60% e l’80% in tutto il pianeta”. In uno studio recente, alla luce del Covid-19, l’organizzazione studia tre scenari. Nel migliore dei casi dopo l’apertura, a luglio il crollo dei viaggi sarebbe “solo” del 58%, mentre nel peggiore sarebbe del 78% fino a dicembre. Lo scenario intermedio è di una riduzione del 70% a settembre.

Numeri percentuali che si traducono in perdite dai 900 miliardi a 1,2 trilioni di euro in turismo e tra 100 e 120 milioni di posti di lavoro in tutto il mondo.

La Spagna sarà tra i Paesi più colpiti al mondo, secondo le previsioni l’agenzia di analisi Bernstein. In un articolo pubblicato sul sito El Economista si legge che l’economia spagnola rischia una perdita del 14,6% del Pil (circa 180 miliardi di euro) e 2,8 milioni di posti di lavoro. Ed è per questo che il governo di Pedro Sánchez studia come attrarre ai turisti (soprattutto tedeschi) per non essere sorpassati da Cipro, Grecia e Malta. Per ora Madrid ha deciso di aprire la frontiera ai turisti imponendo una quarantena di 14 giorni.Un’altra opzione, considerata dal Portogallo, è una specie di timbro internazionale per i destini sicuri, Clean&Safe, che compiono con le misure di sicurezza per evitare i contagi. Questa strategia permetterebbe a regioni poco colpite come Algarve di salvare l’attività turistica.

La Germania, invece, sembrerebbe privilegiare corridoi turistici, il che aiuterebbe a sostenere l’industria turistica in Danimarca, Paesi Bassi, Belgio, Francia, Australia e Polonia. Anche la Grecia pensa a quest’opzione del corridoio turistico dal 1° giugno.

La Francia sta cercando di evitare che i turisti restino confinati 14 giorni in alberghi e domicili. Non saranno sottoposti all’isolamento i cittadini provenienti dalla Francia. Il governo francese pensa allo spostamento delle vacanze scolastiche a metà settembre, quando si spera la situazione sanitaria sarà migliore. Infine, il Regno Unito è ancora impegnato nelle misure di contenimento, per cui ha imposto la quarantena a tutte le persone che arrivano nel suo territorio. Una pratica che, secondo il premier Boris Johnson, farà parte della nuova normalità post Covid-19.

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