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Il successo di Fincantieri e la forza del rapporto Italia-Usa. Parla Tofalo

Il rapporto con gli Stati Uniti funziona bene, soprattutto nel settore della Difesa, lì dove potrebbero arrivare altre possibilità di collaborazioni dopo “il grande successo di Fincantieri”. Parola di Angelo Tofalo, sottosegretario di Stato alla Difesa, che con Formiche.net commenta la vittoria del gruppo italiano nella gara Ffg(x) della Us Navy, ottenuta dalla controllata Marinette Marine con un progetto basato sulla classe Fremm utilizzata dalla Marina italiana.

Sottosegretario, come interpreta la vittoria di Fincantieri nella gara Ffg(X)?

È un vittoria che premia l’eccellenza italiana. Un grande successo per Fincantieri e per tutta l’Italia, soprattutto perché arriva in un momento così complesso per il Paese. Questa importante commessa che assicura lavoro ai nostri ingegneri, tecnici, progettisti, operai, è il risultato di un lavoro di squadra portato avanti da diverse istituzioni, dal mondo dell’industria della Difesa, dalla presidenza del Consiglio, dal dicastero della Difesa così come da quello degli Affari esteri, tutti assetti strategici del sistema-Paese.

Tra i timori per la crisi che sembra affacciarsi sull’economia nazionale, che segnale è per l’industria italiana?

È un importante segnale di fiducia nei confronti dell’Italia che trasmette un forte stimolo a tutta l’industria italiana, non solo quella della Difesa. L’Italia, senza alcun dubbio, vanta un grande know how che ci consente di primeggiare e di portare a casa risultati di rilievo come questo appena raggiunto. La Marina degli Stati Uniti d’America, una delle più importante del mondo, ha scelto il modello Fremm di Fincantieri, le stesse fregate che equipaggiano la nostra Marina militare.

Ha parlato di “lavoro di squadra”. Quanto è contato il supporto del sistema-Paese e quanto conta in questi casi?

Risultati di questa entità, come già in altre occasioni, si possono raggiungere solo con il lavoro di squadra che vede protagonisti il governo, le istituzioni, l’industria italiana. Ciascuno, nell’ambito delle proprie competenze, è un fattore moltiplicatore di successo i cui benefici sono a favore di tutto il Paese.

Il rapporto con gli Stati Uniti sembra funzionare, soprattutto nel settore della Difesa. Che ne pensa?

Un altro importante colpo è stato messo a segno da Leonardo solo pochi mesi fa (lo scorso gennaio, con la vittoria nella gara per i nuovi elicotteri di addestramento della Us Navy, ndr). Parliamo di due grandi colossi che sono sinonimo di garanzia e di orgoglio italiano. Eccellenze indiscusse che affermano il know how italiano in tutto il mondo nel dominio marittimo, aereo e spaziale. La Difesa punta inoltre a rafforzare ancora di più altri attori, tra questi Iveco Oto Melara e tutte le aziende di riferimento per il settore terrestre, e far crescere così un terzo polo industriale per lo sviluppo di tecnologie avanzate applicabili al dominio terrestre appunto e al soldato del futuro. Il rapporto con gli Stati Uniti non solo continua a funzionare bene, ma ricordo a tutti che l’alleanza con gli Usa, così come la Nato, sono un pilastro per la politica estera e di difesa del nostro Paese.

Ci sono opportunità per rinsaldarlo ancora?

Stiamo parlando di un rapporto ben saldo. Ben vengano ulteriori partnership e collaborazioni con gli Stati Uniti soprattutto in un settore, quello dell’industria della Difesa, che oltre ad essere motore economico, consentirà di affrontare sempre meglio le sfide future. Ritengo strategico inoltre continuare a rafforzare le progettualità tra le industrie che lavorano sulla cyber security come ebbi modo di concordare con Ellen M. Lord, under secretary of Defense for acquisition and sustainment, nel mio viaggio negli Usa di qualche tempo fa.

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