Skip to main content

DISPONIBILI GLI ULTIMI NUMERI DELLE NOSTRE RIVISTE.

 

ultima rivista formiche
ultima rivista airpress

Investire nella Difesa per rilanciare il Paese. Il punto di Guerini

Dalla prima linea nei mesi dell’emergenza, la Difesa è ora pronta a dare il suo contributo alla ripartenza dell’economia e al consolidamento del ruolo internazionale del Paese. A patto che il settore sia sostenuto “con convinzione e investimenti”. Parola di Lorenzo Guerini, intervenuto oggi di fronte le commissioni Difesa di Senato e Camera, rispettivamente presiedute da Laura Garavini (IV) e Gianluca Rizzo (M5S).

Il ministro è reduce dal consiglio informale di ieri con i colleghi dell’Unione europea, nel corso del quale si sono iniziate a trattare le implicazioni della pandemia su sicurezza e difesa, comprese le questioni industriali, con un occhio al finanziamento del Fondo europeo di Difesa (Edf). Oltre gli aspetti securitari, per un mondo che si preannuncia più complesso e competitivo, ci sono quelli industriali, con le misure a sostegno di un settore strategico per il sistema-Paese.

LA DIFESA IN PRIMA LINEA

Strategico come lo è stato negli ultimi mesi di emergenza. Sin dal 2 febbraio, con l’evacuazione in sicurezza dei 56 connazionali bloccati a Wuhan da parte dell’Aeronautica militare, la Difesa è stata in prima linea contro il Covid-19. Al personale militare sanitario (“470 unità tra medici, infermieri e operatori tecnici sanitari”) vanno aggiunti gli ospedali da campo a Piacenza, Crema e Iesi, le strutture ospedaliere a Milano, Roma e Taranto, nonché le infrastrutture per accogliere chi è sottoposto a quarantena.

Ci sono poi le unità navali con capacità di telemedicina, il Covid Hospital al Celio di Roma, il trasporto in biocontenimento e le unità specializzate Nbcr. In tutto sono stati impiegati 3.300 mezzi ed eseguite oltre 130 missioni di volo, da aggiungere alla logistica offerta per gestire le attrezzature sul territorio nazionale (e gli aiuti dall’estero). Senza dimenticare il contributo industriale, tra lo Stabilimento chimico farmaceutico di Firenze per la produzione di disinfettanti, e il personale dell’Azienda industrie difesa, andato a supporto dell’azienda bolognese Siare Enginereering per potenziare la produzione di dispositivi per terapia intensiva e sub intensiva.

LA QUARTA MISSIONE DELLE FORZE ARMATE

Un contributo importante che rientra nelle funzioni assegnate alle Forze armate, ha detto Guerini, citando a tal proposito il Codice d’ordinamento militare lì dove attribuisce alla Difesa “i compiti per pubblica calamità e casi di straordinaria necessità e urgenza”. Il riferimento non è scontato, considerando che si tratta della quarta missione delle Forze armate. Quarta dopo la difesa dello Stato, la difesa degli spazi euro-atlantici e il contributo a pace e sicurezza internazionali, tutti compiti che sembrano apparire oggi ancor più rilevanti.

“Lo scenario internazionale – ha detto il ministro – non presenta un tendenziale miglioramento”, ma anzi si sta palesando “il rischio di ulteriori aggravamenti causati dalla pandemia”, soprattutto in quei contesti già complessi per “condizioni di dissesto economico, sociale e governativo”. In altre parole, rischiamo di vedere un aumento delle minacce, dal terrorismo all’instabilità ai confini dell’Europa, tutti fenomeni “che incidono sulla nostra sicurezza”.

VERSO UN MONDO PIÙ INSICURO

Tutto ciò palesa “l’indispensabilità della funzione Difesa”, quella relativa alle prime tre missioni delle Forze armate. “In ragione del peggioramento dello scenario di sicurezza internazionale – ha chiarito Guerini – sarà importante mantenere un elevato grado di credibilità dello strumento militare, che dovrà continuare a esprimere un’efficace capacità di deterrenza e di proiezione di stabilità nelle aree a maggior rischio”.

È per questo che ieri il consiglio informale dell’Unione europea si è aggiunto all’invito della Nato a rafforzare strumenti e risorse per la Difesa. “Nel contesto dell’Ue – ha ricordato Guerini – abbiamo avviato un confronto sulla necessità di rivitalizzare e rafforzare la cooperazione europea nel campo della Difesa”, a partire dagli strumenti già messi in campo, tra cui la cooperazione strutturata permanente (Pesco). Certo, ha riconosciuto il ministro, “affinché ciò avvenga, è chiaro che le risorse finanziarie rese disponibili devono essere adeguate”. Ciò riguarda sia il livello europeo (il fondo Edf “deve essere sostenuto con convinzione e investimenti”) sia il livello nazionale.

GLI INVESTIMENTI PER IL COMPARTO…

“Mi rendo conto che in corrispondenza di recessione e crisi economica, il dibattito sulla necessità delle spese per la Difesa e sulla loro priorità sia quasi inevitabile, e che la tendenza del passato sia stata quella di una significativa contrazione degli investimenti”, ha detto il ministro.

Eppure, qualora si ripetessero gli errori del passato, “le conseguenze ricadrebbero proprio in prima istanza su quella prontezza e quella resilienza delle Forze armate di cui il Paese ha beneficiato negli ultimi mesi”. Ci sarebbero poi conseguenze sul settore produttivo. “Nel contempo – ha spiegato Guerini – si andrebbero a impoverire le capacità industriali in un settore ad altissima tecnologia con produzioni che presentano elevati ritorni economici per il Paese, in particolare in termini di export”.

…PER LA RIPARTENZA ECONOMICA

Ritorni strategici per la fase 2: “Le risorse destinate alla Difesa – ha notato il titolare del dicastero – rappresentato un’importante leva economica per il sistema-Paese, oltre che un indispensabile investimento per garantire la nostra sicurezza a 360 gradi”.

Occorre in altre parole garantire il finanziamento dei programmi previsti e di prossimo avvio, accelerando pratiche e contratti. “Gli investimenti in questo settore hanno la capacità di catalizzare importanti volumi finanziari a favore di ricerca e sviluppo, e di azionare progetti ad elevato contenuto tecnologico con elevate ricadute già nel breve periodo in termini di fatturato industriale e di sostegno a una fitta rete di piccole e medie imprese”.

L’INVITO DELLE OPPOSIZIONI

Le parole del ministro hanno trovato sponda in diversi interventi dei membri delle Commissioni, anche tra le forze di opposizione. Tra questi, quello della capogruppo di Forza Italia in commissione alla Camera Maria Tripodi: “è necessario che il governo rilanci il comparto industriale della difesa, indispensabile per la ricostruzione nazionale post-Covid”. Non a caso, la parlamentare ha già presentato una proposta di piano pluriennale per la Difesa quantificabile in 5 miliardi di euro che, in sede di risposta in aula, ha trovato il parere sostanzialmente positivo del dicastero, affidato alle parole del sottosegretario Angelo Tofalo (qui un focus).

“Confido – ha detto oggi la Tripodi – nella sensibilità del ministro, che già nelle linee programmatiche presentate al Parlamento lo scorso ottobre, si era impegnato a sostenere il comparto con un rilevante volume di risorse per i programmi operanti e quelli di previsto avvio, oltre all’ammodernamento dello strumento militare; è il momento di utilizzarle con tempestività, la ricostruzione post Covid parte anche e soprattutto dall’implementazione dei nostri asset strategici, ha concluso l’esponente azzurra.

GLI AIUTI DA CINA E RUSSIA

C’è poi il tema degli aiuti internazionali da Cina e Russia, che ha alimentato dubbi in Patria e indispettito gli alleati tradizionali. “I pilastri della nostra sicurezza internazionale si chiamano Unione europea e Alleanza Atlantica – ha ribadito Guerini – seppur dentro una tradizione di politica estera multilaterale, di confronto, dialogo e cooperazione con tanti Paesi”. Dunque, ha detto concludendo, sugli aiuti arrivati da Pechino e Mosca, “accanto al ringraziamento e alla sottolineatura dell’amicizia, occorre ribadire che non è mai venuta meno la coerenza rispetto ai nostri pilastri tradizionali”.

×

Iscriviti alla newsletter