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L’Iran colpisce ancora Israele. L’attacco cyber al sistema idrico

L’acqua è da sempre materia di scontro tra Israele e Iran. Basti pensare che due anni fa il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu aveva messo a disposizione un sito web e un account Telegram, entrambi in lingua persiana, per aiutare i cittadini della Repubblica islamica in un periodo di persistente siccità.

È di oggi, invece, la notizia, rivelata dall’emittente americana Fox News e rilanciata da molti siti israeliani, secondo cui l’Iran avrebbe condotto un attacco informatico contro il sistema idrico israeliano passando attraverso server americani. Non è la prima volta che l’Iran tenta un attacco informatico contro le infrastrutture idriche e fognarie di Israele nell’ultimo mese: ma la novità di quest’offensiva è appunto che gli hacker hanno agito attraverso server americani. Un alto funzionario del dipartimento statunitense dell’Energia non ha voluto fare commenti, riferendo alla televisione molto vicina all’amministrazione Trump che un’indagine è in corso.

Secondo il sito israeliano Ynetnews, un cyber attacco contro l’infrastruttura idrica è avvenuto il 24 e 25 aprile. Le autorità hanno subito reagito, ordinando il cambiamento immediato delle password. Daniel Lacker, a capo della cybersicurezza della Autorità israeliana delle acque, ha assicurato che non vi è stato nessun danno al sistema di fornitura dell’acqua.

“L’Iran ci attacca ogni giorno con minacce informatiche”, aveva dichiarato a gennaio dell’anno scorso il premier Netanyahu durante il suo intervento alla conferenza CyberTech a Tel Aviv in un discorso che univa i temi della manifestazione con le attenzioni: il pericolo iraniano e la risposta israeliana forte della sua eccellenza nel mondo della sicurezza informatica. In quell’occasione Netanyahu aveva anche sottolineato come Israele sia il Paese che in percentuale di Pil investe di più in cybersecurity ed è secondo solo agli Stati Uniti (che hanno però 40 volte la popolazione del piccolo Paese mediorientale) per numero di aziende ospitate tra le 500 principali del settore nel mondo.

Oggi, con il coronavirus che sta mettendo (forse definitivamente) in ginocchio l’economia della Repubblica islamica costringendola a far ricorso al Fondo monetario internazionale, a Teheran non rimane che l’orbita cyber per lanciare deboli segnali di vita contro un nemico, Israele, che sembra ormai essere riuscito nell’impresa di allontanare tutti (o quasi) i Paesi del Golfo dall’Iran. 



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