Tra i tanti lasciti che il Coronavirus ci regalerà c’è la polemica sulla politica che si è affidata a una vasta gamma di comitati. Tra i tanti spiccano la task force per la fase 2, più ufficialmente detta Comitato di esperti in materia economica e sociale, guidata da Vittorio Colao, che ha come fiore all’occhiello l’essere stata istituita con Decreto del Presidente del Consiglio; e la Task Force “Data driven”, voluta dalla ministra Pisano che oltre a brillare per i suoi ben 74 membri sta lavorando sulla patata bollente, anzi bollentissima, della App per la tracciabilità dei contatti, fondamentale per il monitoraggio e il contenimento in tempo reale del contagio. Alle task force di livello nazionale si aggiunge un fiorire di commissioni regionali e addirittura comunali.
Sui social e sulla stampa si discute sul rapporto tra i tecnici e la politica e sul possibile annacquamento del potere decisionale di quest’ultima. La domanda che circola è: chi decide veramente? O meglio, la politica è in grado di fare una sintesi tra i pareri delle commissioni di esperti e di prendersi le sue responsabilità? La situazione nella quale ci ha catapultato il Covid-19 è talmente inaspettata e nuova che trovo difficile esprimere un giudizio. Tuttavia bisogna ammettere che la discussione su chi fa veramente la politica è molto più antica del Coronavirus. Noi di Telos A&S ne avevamo parlato nel 2018 in un incontro organizzato alla Treccani con la Fondazione De Gasperi.
Il tema del potere decisionale della politica ritorna in evidenza se parliamo delle amministrazioni cittadine. Questo mese, per la serie di interviste con i sindaci, PRIMOPIANOSCALAc ha avuto modo di dialogare con Matteo Ricci, il primo cittadino di Pesaro. “I sindaci non devono avere paura di decidere, perché sono chiamati a farlo tutti i giorni. Chi ha paura di decidere non può fare il Sindaco” afferma Matteo Ricci.
Questa riflessione, ci ricorda che la scelta ha sempre una sua ferocia. Non esiste una decisione degna di questo nome che non comporti lo scontentare qualcuno. Lo sa bene Matteo Ricci che aggiunge “il proprio Sindaco lo si ama o lo si odia”. E questo è l’infame destino di chi si prende la briga di decidere.