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Merkel e Macron sfidano l’antitrust Ue. Nuovi campioni industriali contro la Cina

Francia e Germania non si sono arrese alla politica industriale europea. Un anno fa la Commissione europea aveva bocciato della francese Alstom da parte della tedesca Siemens (due aziende leader nel settore ferroviario) nonostante le pressioni di Berlino e Parigi. Allora, il commissario alla Concorrenza, Margrethe Vestager, spiegò che quella fusione non avrebbe generato sufficienti benefici per la concorrenza, portando a prezzi più alti nel mercato dei sistemi di segnalazione e per l’acquisto dei treni ad alta velocità di prossima generazione.  Da allora Francia e Germania sono in aperto scontro con la Commissione europea sulla politica industriale. Ma ciò non significa che si siano arrese, anzi. Nel piano di ricostruzione per l’Europa dopo la crisi, da 500 miliardi di euro, presentato ieri dalla cancelliera tedesca Angela Merkel e dal presidente francese Emmanuel Macron, c’è anche l’intento di rafforzare la resilienza, la convergenza e la competitività delle economie europee accrescendo gli investimenti, in particolare nella transizione ecologica e digitale e nella ricerca e l’innovazione.

Politico Europe ha fatto notare come Berlino e Parigi abbiano fatto esplicito riferimento a “campioni europei” dell’industria, una definizione che a molti ha ricordato la mancata fusione Altstom-Siemens. Un’intesa, che se avesse ottenuto il via libera di Bruxelles, avrebbe permesso, secondo Francia e Germania, di dare vita a un gigante europeo in grado di resistere ai colossi cinesi. Per Bruxelles, però, “un’azienda così dominante sarebbe stata un cattivo affare per i consumatori europei e le società di fornitura più piccole”, sottolinea Politico Europe.

Il punto di Berlino e Parigi ora è proprio questo. La Commissione europea, scrivono in una dichiarazione congiunta, deve adeguare la sua strategia industriale per riprendersi dal coronavirus e “in particolare modernizzare la politica europea di concorrenza accelerando l’adattamento degli aiuti di Stato e delle regole di concorrenza”. E ancora: “Penseremo anche in modo molto specifico — e penso che dopo questa crisi lo faremo in modo ancora più specifico — su come creare campioni europei”, ha dichiarato la Merkel facendo riferimento a regole antitrust applicate dall’Unione europea in modo “molto focalizzato” sulla concorrenza in Europa.

“Abbiamo visto che altri, che siano gli Stati Uniti d’America, la Corea del Sud, il Giappone o la Cina, hanno fatto molto affidamento su campioni globali, e credo che questo approccio rappresenti la necessaria risposta. Non dobbiamo aver paura di avere campioni globali, ma dobbiamo lavorare per loro”, ha aggiunto. La cancelliera ha però riservato l’affondo più duro contro la decisione di un anno fa, pensata dalla Vestager per proteggere i consumatori: “Se vogliamo la sovranità tecnologica, dovremo adattare la nostra legge sulla concorrenza, che forse è stata troppo focalizzata esclusivamente sul consumatore e non abbastanza sulla difesa dei campioni europei”, ha spiegato il presidente francese.

Non siamo più all’inizio del 2019. Molte sfide sono in cima all’agenda europea, fondamentali per la sopravvivenza stessa dell’Unione europea come la conosciamo. Il 5G, per esempio. A gennaio, Norbert Röttgen, candidato alla guida della Cdu dopo il passo indietro di Annegret Kramp-Karrenbauer e presidente della commissione Affari esteri del Bundestag, in una lunga chiacchierata con Formiche.net aveva spiegato: “Abbiamo due società europee in grado di gestire il lancio del 5G in Europa (Nokia ed Ericsson, ndr). Per competere con i fornitori che grazie ai sussidi cinesi hanno un enorme vantaggio sui mercati dei Paesi terzi, dobbiamo dare un mercato a quelle aziende europee. Da dove altro iniziare, se non dall’Europa? Sarebbe auspicabile che l’Unione europea a 27 raggiungesse una posizione comune sulla questione, ma anche una posizione franco-tedesca congiunta sarebbe già un buon inizio”.

Una risposta che oggi sembra aver anticipato la proposta di Macron e Merkel. A febbraio la Vestager ha aperto alla possibilità che gli Stati Uniti entrino in Nokia ed Ericsson con l’obiettivo di creare un colosso in grado di sfidare Huawei. Vedremo come reagirà alla nuova idea franco-tedesca.


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