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Quello che le donne non dicono (senza quarantena)

b̶e̶n̶e̶

Alessandra, 36 anni, 500 metri dal mare, sul divano in questo week end di maggio, da fase due.

“Scatti di quarantena.
E Pensavo… Quante cose vi dispiace non aver fatto quando si potevano fare?
Tipo… Quanti viaggi? Quanti “no, stasera non esco”? Quanti “tanto c’è sempre tempo”?

E quanto vi manca il caffè al bar, l’aperitivo all’aperto in primavera, o… soltanto mettere il profumo, prepararsi di corsa il venerdì sera, fare la colazione al bar, girare per negozi anche per non comprare niente, andare in palestra e tornare distrutti ma soddisfatti, o …le cene con gli amici, le chiacchiere dal vivo, le risate, la musica live.

Quanto vi manca l’illusione di non essere abbastanza felici ora che sappiamo che invece lo eravamo?”.

Noi secondo me le abbiamo fatte tutte. Almeno, quelle che hai scritto. Viaggi, mille cose in un giorno, per farci stare tutto appunto, certo magari sull’osare non eravamo cuor di leoni… diciamo che i guanti, le mascherine, le distanze di sicurezza forse in un certo senso le abbiamo sempre avute come filtro intrinseco, metaforicamente avute anche prima, chissà dopo le leveremo… dalla nostra che era una “vita regolare”?

Credo, in fondo ci manchi ciò che abbiamo già fatto, ma ci sembra di essere pronti a fare quello che poi non facevamo.



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