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Su giustizia e concessioni il governo faccia chiarezza. L’appello di Aiscat e Ucpi

Concessioni autostradali e separazione delle carriere di giudici e pm. Due voci chiare e ben definite si sono alzate oggi in direzione del governo per chiedere un cambio di passo su due temi che influiscono sullo stato economico del Paese e mettono a rischio la separazione dei poteri. Gli appelli al governo sono arrivati da Aiscat, in conseguenza del via vai di annunci sulle concessioni, e dall’Unione delle Camere penali in relazione alle intercettazioni delle chat di Luca Palamara.

LA QUESTIONE CONCESSIONI AUTOSTRADALI

“Al Governo chiediamo di interrompere questa escalation di annunci e ultimatum: si proceda a fare quello che va fatto”, ha detto il direttore generale dell’Aiscat, Massimo Schintu, in un colloquio con l’Ansa sul caso Aspi. “Abbiamo fatto un dialogo con la ministra De Micheli, ma qui mi pare che ognuno si alzi e dica la sua, che non ci sia una linea di Governo”, osserva Schintu, sottolineando che da parte delle concessionarie “non si tratta di ricatti, ma di una presa d’atto da parte di tutto il sistema”.

“Tutto il settore – aggiunge – è affidato a norme che stanno sgretolando il sistema. E gli atteggiamenti e le dichiarazioni, come dire ‘levo le concessioni a tutti’, fanno sì che la capacità debitoria si sia contratta. Questo è un problema non solo per Aspi ma anche per tutte le concessionarie pubbliche e private”. “Sembra che ci sia un disegno ma non ne abbiamo prove, di impedire le attività delle concessioni: se c’è, che venga esplicitato”, dice Schintu, che sottolinea: “Se neanche Aspi ce la fa ad andare avanti, come e’ possibile che tutto il settore resista?”.

LA RICHIESTA DEI PENALISTI

Un altro grido al governo arriva dalla vicenda che coinvolge Luca Palamara dopo la pubblicazione delle ultime intercettazioni delle chat che rivelano l’attivismo correntizio fin dentro gli uffici più importanti del ministero della giustizia. “Quelle intercettazioni confermano in modo lampante quali siano i luoghi del Potere giudiziario che interessano e contano, ed intorno ai quali si affannano e si impegnano senza tregua i vertici politici della magistratura italiana: Procure della Repubblica e Ministero della giustizia”, sottolinea l’Unione delle Camere penali.

“Sappiamo tutti – prosegue la nota – quale immenso, anomalo potere abbiano raggiunto nel nostro Paese gli Uffici di Procura; quanto l’apertura di una indagine, la semplice iscrizione nel registro degli indagati, una richiesta di misura cautelare bastino di per se’ sole a determinare le sorti della vita istituzionale, politica ed economica del Paese”. Per queste ragioni, “occorre separare le carriere” di giudici e pm tra magistrati “prevedendo altresì due separati C.S.M.” per “restituire alla Magistratura Giudicante la sola, ma decisiva autonomia ed indipendenza che le è oggi negata”. Inoltre, prosegue l’Ucpi, “occorre subito abrogare norme e vietare prassi che consentono il distacco di Magistrati presso i Ministeri, ed in primo luogo presso il Ministero di Giustizia, una scandalosa anomalia che non ha eguali nel mondo”.


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