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Altro che teorie del complotto. Gli italiani aspettano il 5G (studio Ericsson)

Entro la fine del 2020 sono previsti 190 milioni di abbonamenti 5G nel mondo, che diventeranno 2,8 miliardi entro la fine del 2025. È la previsione contenuta nell’edizione di giugno 2020 del Mobility Report pubblicato oggi da Ericsson, la compagnia svedese che ha già sottoscritto più di 93 tra accordi e contratti commerciali 5G con operatori unici a livello globale, di cui 40 sono reti live.

Stando alle previsioni di Ericsson le connessioni a banda ultralarga senza fili (fixed wireless access, Fwa) raggiungeranno quasi i 160 milioni entro la fine del 2025, per un totale pari a circa il 25% del traffico dati globale su reti mobili. A fine 2019, il traffico dati globale su Fwa era stimato intorno al 15%. Attualmente, si prevede che crescerà di quasi 8 volte per raggiungere i 53 Exabyte nel 2025, ossia il 25% del traffico dati totale su reti mobili.

Nel report si parla anche del ruolo svolto da reti e infrastrutture digitali nel mantenere la società e le famiglie connesse durante la pandemia causata da Covid-19. Secondo Fredrik Jejdling, vicepresidente esecutivo e head of networks di Ericsson, il virus “ha obbligato le persone in tutto il mondo a modificare il proprio stile di vita quotidiano e, in molti casi, a lavorare o studiare da casa. Questo ha portato a un rapido spostamento del traffico di rete dalle aree aziendali a quelle residenziali. L’ultimo Mobility Report di Ericsson mostra come le reti mobili e fisse stiano diventando componenti sempre più fondamentali di una infrastruttura critica nazionale”.

GLI EFFETTI DEL COVID-19 NEL MONDO…

In un recente studio condotto dall’Ericsson Consumer Lab, l’83% degli intervistati di 11 Paesi, tra cui l’Italia, afferma che la tecnologia ha aiutato molto ad affrontare il lockdown. I risultati mostrano una maggiore adozione e utilizzo di servizi ICT, come app per l’e-learning e app dedicate al benessere, che, grazie alla connettività, hanno supportato i consumatori nell’adattarsi alla nuova realtà. Guardando al futuro, mentre il 57% degli intervistati dichiara di voler risparmiare per una maggiore sicurezza finanziaria, un terzo di loro prevede di investire nel 5G e in una migliore connessione a banda larga per casa, per essere meglio preparati in vista di una potenziale seconda ondata di Covid-19.

Ma se la crescita degli abbonamenti 5G in alcuni mercati ha subito un rallentamento a causa della pandemia, in altri ha visto un incremento, spingendo Ericsson a rivedere al rialzo le previsioni di fine 2020 relative agli abbonamenti 5G a livello globale. “Oltre a misurare il successo del 5G attraverso il numero degli abbonamenti, l’impatto reale di questa tecnologia sarà valutato in base ai benefici che porterà a persone e imprese”, aggiunge Jejdling. “Il 5G è stato progettato per innovare e questa crisi ha messo in luce il vero valore della connettività e il ruolo che può svolgere nel rilanciare le economie”.

… E NEL NOSTRO PAESE

Alessandra Rosa Ammaturo, direttore Marketing di Ericsson Italia e Sud Est Mediterraneo, ha spiegato che “durante l’emergenza sanitaria abbiamo rilevato un cambiamento significativo nel comportamento digitale degli italiani. Ci sono tutte le premesse perché questo trend non si arresti nel mondo post Covid-19, se consideriamo che ben sei persone su dieci ritengono che lavorare da remoto sarà la nuova normalità, mentre mentre studenti su quattro intendono continuare a formarsi tramite lezioni e corsi online”. Dall’analisi emerge che la pandemia Covid-19 ha generato forti conseguenze e cambiamenti sulla vita quotidiana dei consumatori: in Italia, l’85% degli intervistati afferma che il proprio stile di vita è stato fortemente colpito dalla crisi. Negli altri Paesi analizzati, la percentuale si ferma al 74%. 

IN ITALIA, LA CROCIATA ANTI 5G… 

Da Abbadia San Salvatore (Siena) a Zugliano (Vicenza). Sono oltre 500 i comuni ed enti che, attraverso il portale dell’Alleanza Italiana per lo Stop al 5G, hanno adottato a vario livello provvedimenti contro l’installazione delle antenne per la nuova tecnologia di comunicazione, o hanno comunque rilasciato pronunciamenti in tal senso. Una crociata, come la definisce Repubblica, “che sta diventando corposa proprio mentre la questione di agevolare la diffusione entra direttamente nell’elenco di priorità che la task force guidata dall’ex manager delle Tlc, Vittorio Colao ha messo in mano al governo Conte per la ripartenza del paese dopo la pandemia”. In effetti, nella slide 27 del piano per il rilancio si legge delle necessità di “adeguare i livelli di emissione elettromagnetica in Italia ai valori europei”, nell’ottica di un innalzamento delle soglie, “per accelerare lo sviluppo delle reti 5G”. E in risposta proprio ai sindaci dissenzienti la task force propone di “escludere l’opponibilità locale” ai progetti in tal senso, “se i protocolli nazionali sono rispettati”.

… E QUELLA A FAVORE

Come sottolineava oggi il Sole 24 Ore è in atto una contro-presa di posizione da parte di alcuni soggetti, cioè undici fondazioni tecniche e scientifiche, che chiedono al governo di andare avanti per la sua strada. Rimarcano che il 5G è “necessario e urgente” e chiedono all’esecutivo di liberare i sindaci “dall’assedio di posizioni irrazionali e antiscientifiche”. L’appello è stato sottoscritto da Centro Economia Digitale, Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Telecomunicazioni, Fondazione Luigi Einaudi, Fondazione Magna Carta, Fondazione Guglielmo Marconi, Fondazione Aristide Merloni, Fondazione Adriano Olivetti, Fondazione Ottimisti&Razionali, Fondazione Prioritalia, Istituto Bruno Leoni e Istituto per la Competitività.

Nonostante il dilagare di diverse teorie cospiratorie, il 53% degli italiani ritiene che il 5G avrebbe potuto svolgere un ruolo positivo durante la crisi, mostra lo studio Keeping consumer connected in a Covid-19 context. Questo dato sale al 63% negli altri Paesi. Il 35% dei nostri connazionali vorrebbe che la copertura 5G venisse implementata molto più velocemente per beneficiare di velocità maggiori rispetto alla rete fissa. All’estero la percentuale sale al 42%. Si ritiene poi che il 5G avrebbe potuto offrire maggiore capacità rispetto al 4G (48% degli Italiani), avrebbe potuto supportare i meeting virtuali in modo migliore (43%), abilitare il controllo da remoto dei dispositivi medici in tutto il paese (40%) e ridurre l’esposizione al contagio di medici e infermieri tramite l’utilizzo di robot connessi in 5G durante le visite (39%).

VERSO IL FUTURO

I consumatori hanno delineato cinque cambiamenti che si manifesteranno nel mondo post Covid-19 e che contribuiranno ad accelerare la diffusione di tecnologie quali il 5G, AI e automazione, Edge Cloud: secondo il 74% degli intervistati in Italia (75% negli altri paesi) la resilienza delle reti è una caratteristica importante, in quanto essere connessi a Internet è fondamentale durante le crisi; il 47% degli italiani (55% negli altri Paesi) ritiene che la consegna di beni automatizzata effettuata tramite droni o flotte di auto senza conducente potrebbe sostituire i corrieri, in uno scenario in cui si richiede un minor numero di interazioni e contatti fisici; il 58% dei lavoratori in Italia (il 62% negli altri Paesi) crede che lavorare da remoto sarà la nuova normalità e che i lavoratori dovrebbero incoraggiare questa pratica; il 42% dei nostri connazionali (57% negli altri Paesi) pensa che le consultazioni sanitarie online diventeranno più popolari; il 61% degli utenti di Realtà Virtuale in Italia (71% negli altri Paesi) reputa che lo status verrà sempre più definito da simboli virtuali anziché dal possesso fisico di un bene. Il 43% dei consumatori italiani (50% negli altri paesi) durante l’isolamento si rivolgerà a compagni virtuali abilitati dall’Ai per intrattenimento, formazione e amicizia.

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