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Missili, carri armati e caccia. Le armi di Putin sfilano sulla Piazza Rossa

Tra missili, carri armati e cacciabombardieri, il Covid-19 è sembrato davvero lontano dalla piazza Rossa di oggi. Lo stesso presidente Vladimir Putin si è presentato senza mascherina, per nulla preoccupato nello stringere le mani ai veterani della Seconda Guerra mondiale (per lo più novantenni) e come sempre sorridente dello show militare che sfilava sotto i suoi occhi. Più di 14mila militari, 200 veicoli e 75 aerei per il giorno della Vittoria sulla Germania nazista.

IL VALORE DELLA PARATA

La ricorrenza cade il 9 maggio, quest’anno posticipata a causa delle restrizioni da Covid-19. La data non è stata scelta a caso, perfettamente incastrata (da leggere l’approfondimento di Formiche.net e il punto di Giovanni Savino) tra giorni di grande importanza per il futuro della Russia e della presidenza targata Putin. Ieri, nel Paese hanno riaperto palestre, piscine e centri sportivi, con tanta enfasi dal governo sulla fuoriuscita da una fase emergenziale che rischia di avere pesanti conseguenze su un’economia già fragile. Domani si aprono i seggi per il referendum costituzionale che potrebbe eliminare il limite del doppio mandato, dando la possibilità a Putin di restare al potere fino al 2036. Di sfondo, i grandi temi internazionali, tra l’avvio dei negoziati sul rinnovo del trattato New Start con gli Stati Uniti e il tentativo di ergersi a mediatore tra India e Cina.

IL TONO STORICO DI PUTIN

Per tutto questo, serviva oggi una grande parata militare, accompagnata dall’imponente tono storico che Putin è tornato a ribadire oggi: “È stata l’Unione sovietica a sconfiggere il nazismo”, ha detto il presidente, affibbiando la targa del “revisionismo storico” a chiunque dica diversamente. Tra i proclami e le strette di mano, il Covid-19 continua però a pesare. I nuovi contagi giornalieri restano sopra i settemila casi, con un numero complessivo di positivi che ha superato i 600mila. Nonostante il rinvio, i numeri hanno pesato sulla parata, con tante defezioni tra i grandi leader internazionali che erano stati invitati a partecipare (tra tutti, Emmanuel Macron), sebbene i messaggi di congratulazioni e vicinanza per la ricorrenza siano stati comunque numerosi.

LE ARMI IN SCENA

Tanti riflettori per i carri armati T-34, storici protagonisti delle forze corazzate sovietiche nella Seconda Guerra mondiale. Attenzione alta anche per le componenti più moderne delle Forze armate russe, con un focus evidente sulla componente terrestre e antiaerea (essenziale per le aree A2/AD che tanto piacciono alla Russia). Hanno sfilato la nuova versione del sistema di difesa anti-aerea S-300, il controcarro e contraereo polivalente Terminator, il T-72B3 (ultima evoluzione di un carro risalente agli anni ’70) e il T-14 Armata, già presentato nel giorno della Vittoria del 2015, considerato uno dei pochi carri al mondo di quinta generazione, e oggi presente con un nuovo modulo da combattimento. C’erano anche i veicoli armati Taifun-K, dotati di alcuni componenti a pilotaggio remoto. Al debutto assoluto il T-90M Proryv (letteralmente, “sfondamento”), ultimissima versione (i contratti di fornitura risalgono a due mesi fa) del carro armato che dagli anni Novanta ha preso il posto dei T-72 sovietici. Prima assoluta anche per il nuovo lanciarazzi pesante mobile TOS-2 Tosochka, ideato per lanciare missili incendiari o a testata termobarica.

LA COMPONENTE MISSILISTICA

In campo missilistico, si sono fatti notare i missili balistici tattici (a corta gittata) 9K720 Iskander e, al debutto, i Buk-M3, protagonisti del sistema terra-aria per la difesa da missili da crociera e velivoli. Novità anche in campo aeronautico, dove hanno primeggiato i noti caccia di quinta generazione a bassa osservabilità Su-57 (per cui Sukhoi ha da poco annunciato la produzione in serie), e i velivoli supersonici MiG-31K. Entrambi sono stati attenzionati soprattutto per la capacità (già testata) di lanciare il missile da crociera ipersonico Kinzhal (letteralmente “pugnale”), già definito da Putin “invincibile”. Il debutto del Kinzhal risale in realtà già al 2018, anno in cui il presidente mostrò al mondo anche il missile balistico più che intercontinentale RS-28 Sarmat (o “Satan 2”), vettore a gittata pressoché illimitata e dotato di tecnologia Mirv (testate multiple e indipendenti, da 10 a 24).

I RAPPORTI STRATEGICI

Sono tutte armi da cui passano anche i rapporti con partner strategici. Sulla Piazza Rossa, hanno marciato tra gli altri i militari di Cina e India, all’indomani dell’incontro tra il ministro degli Esteri Sergei Lavrov con gli omologhi di Pechino e Nuova Delhi, il tutto a pochi giorni dagli scontri sul conteso confine nella regione di Ladakh. Tra l’altro, è arrivata oggi la conferma sulla vendita all’India del sistema di difesa missilistica S-400, già protagonista della rottura tra Turchia e Stati Uniti e chiesto in cinque esemplari da Nuova Delhi già nel 2018.

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