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Fino a quando, Catilina, continuerai ad abusare della nostra pazienza?

Repetita iuvant. Sed stufant, si dice. Eppure ripetere quello che andiamo dicendo da mesi (e da anni) diventa un dovere perché diviene un servizio alla Nazione.

Durante gli ultimi 120 giorni le trattative, le audizioni parlamentari, le dirette Facebook, i dibattiti hanno ottenuto la più ampia partecipazione dei cittadini, per fornire al Governo soluzioni sostenute da un’ampia maggioranza politica.

L’epilogo sarà scritto nei prossimi giorni: una vicenda che segnerà la storia della scuola italiana e, conseguentemente, del Paese. Per sempre.

Ecco perché, pur nella umana e comprensibile stanchezza, non possiamo cedere alla tentazione di arrenderci. Lo abbiamo detto al Governo con tutte le argomentazioni del diritto e dell’economia; da più parti sociologi, economisti, giuristi, sindacati, uomini e donne di scuola hanno detto che la Nazione oggi ha bisogno delle 40 Mila scuole statali e delle 12 Mila scuole paritarie per permettere a 8 Mln di studenti di rientrare in classe a settembre (link).

Per questo motivo cittadini, onesti contribuenti che hanno responsabilità, impegni, paure, ansie, dedicano ore del giorno e della notte a produrre soluzioni, proposte, ricerche, a dare quello che si direbbe un piatto di portata pronto, ben cucinato, da servire subito… ma il cameriere che è pagato per farlo, che fa? Prende il piatto (link), lo scaraventa coscientemente per terra e poi dice: scusate.

Non solo: cittadini che si rendono artefici della più ampia maggioranza numerica e politica (link) per salvare la scuola: e il Premier che fa? Ignora anche il secondo piatto di portata (link) e lo scaraventa per terra insieme al primo .

Questa situazione va avanti da mesi. Novità degli ultimi giorni: le Linee guida. Il documento è stato presentato dal Premier Conte e dalla Ministra Azzolina in una diretta che potrebbe essere definita surreale, non solo per l’ora di ritardo rispetto all’orario previsto di inizio o per le indiscrezioni circolate nei giorni precedenti – ormai è consuetudine – ma per la modalità seguita: una sorta di talk-show con Rocco Casalino novello Maurizio Costanzo.

Notizie approssimative (l’ appartamento a Scampia), dichiarazioni che parlavano più alla pancia che alla testa. Tutto questo quale sensazione ha lasciato? Come Donna Prassede nei Promessi Sposi: poche idee e molte di queste sbagliate. Facile prevedere l’epilogo, peraltro molto triste: si dirà che è colpa dell’incapacità dei dirigenti scolastici di gestire le scuole in autonomia e dei docenti che a luglio ed agosto sono andati in vacanza, diritto di cui non possono beneficiare visto che erano a casa da febbraio. Oltre al danno, la beffa.  

Si avverte allora l’esigenza di una sintesi del percorso svolto negli ultimi 120 giorni, perché vi sia una memoria scritta, nel caso ci si trovasse nella necessità di rispondere nelle aule per “disastro procurato” o per “risarcimento danni” (link).

Il primo elemento da mettere per iscritto, come le leggi delle XII Tavole nel Foro romano, è che:

– Schiava è la Scuola Statale che paga la libertà con il controvalore dell’autonomia. I dirigenti scolastici, infatti, non hanno alcuna autonomia per gestire la scuola: sono servi dello Stato, in una estrema penuria di mezzi. Zero autonomia, zero risorse; si fa in fretta poi a scaricare su di loro e sui docenti i limiti gravissimi di un sistema che rimane fuori controllo dal punto di vista gestionale.

– Schiava è anche la Scuola Paritaria, che paga la concessione dell’autonomia con il controvalore della libertà: autonomi sono i dirigenti di fare una buona scuola, ma non sono liberi i genitori di sceglierla se non si paga il pizzo della libertà.

Sembra una barzelletta: le 40 mila scuole statali sono libere ma non autonome, le 12 mila scuole paritarie sono autonome ma non libere. Abbiamo al Governo o in Parlamento un erede di Machiavelli e non lo sappiamo?  

In una perfetta logica della schiavitù, scuola pubblica statale e scuola pubblica paritaria sono entrambe legate a doppio filo allo Stato Padrone che non può permettersi il lusso di liberarle, pena l’affrancamento di cittadini liberi, critici, pensanti. Eppure la Ministra Azzolina, il 26 giugno, presentando le Linee guida, diceva che non vuole che gli studenti siano burattini.

In realtà gli studenti italiani si trovano in una situazione peggiore dei burattini: studenti, famiglie e docenti sono schiavi perché subiscono in modo drammatico le storture del sistema mistificatore della realtà.

Il secondo passaggio da mettere per iscritto a perpetua memoria riguarda il percorso da svolgere per evitare il tracollo: è necessario approvare nelle aule del Parlamento (se destra e sinistra sono d’accordo cosa manca?) i 7 emendamenti e, in particolare, quello relativo alla detraibilità integrale del costo delle rette versate dalle famiglie alle scuole pubbliche paritarie nei mesi di sospensione della didattica, con tetto massimo di 5.500 euro (che poi è il costo standard di sostenibilità per allievo).

Non è un favore ai ricchi: tutt’altro. I numeri parlano con la loro schiacciante evidenza. Oltre alla detraibilità integrale delle rette, due altri provvedimenti sono necessari: 1) fondo straordinario alle scuole paritarie per scontare la retta pagata in tempi di Covid-19; 2) esonero dal pagamento dei tributi locali per il 2020 causa emergenza Covid-19.

Infine, novità derivante dalle Linee guida, si invita il Governo a siglare patti di comunità con le scuole paritarie, utilizzando le 40.749 sedi scolastiche statali e le 12.564 sedi paritarie per consentire agli 8.466.064 studenti di ritornare in classe in sicurezza.  Si pensa di stringere patti di comunità con tutte le realtà presenti sul territorio, di tenere in giro 1.139 mila allievi senza classe, girovaghi, nei teatri, nei cinema, in edifici dismessi piuttosto che coinvolgere le scuole paritarie che offrono spazi perfetti sotto tutti i punti di vista: didattico, sanitario, strutturale (elemento non scontato, quest’ultimo, vista la condizione attuale dell’edilizia scolastica).

Ancora una volta il Governo è al solito bivio:

o raccogliere questo patrimonio, davvero, senza precedenti, di studi, ricerche, trasversalità civica e politica (tutte le forze politiche sono d’accordo, i 5 stelle bisognerà che spieghino ai cittadini, ai loro elettori in primis perché vogliono condannare la nazione a non ripartire) e agire secondo queste soluzioni di buon senso,

oppure disperdere questa ricchezza e condannare il Paese Italia a pagare 12 Mld di euro, per far ripartire (monca) la Scuola di Stato di Monopolio.

Per lo meno sapremo a chi andrà attribuita la colpa. Non sarà possibile alcuna forma di revisionismo storico questa volta. E la colpa non sarà certo dei Dirigenti scolastici, dei sindacati, dei docenti, dei gestori, delle regioni ….

 Presidente Conte,

a Lei che disse di volere diventare l’avvocato del popolo, mi rivolgo con le parole usate da un suo illustre collega in una situazione di pericolo non dissimile da quello che stiamo vivendo oggi: quousque tandem, Catilina, abutere patientia nostra?

Il Catilina dei giorni nostri è chi è guidato non da un’idea, che merita sempre rispetto anche se non la si condivide, ma dall’ideologia cieca, dagli esiti sempre nefasti per i cittadini.



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