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Quanti ritardi nel soccorso alle imprese. Il (nuovo) attacco di Confindustria

Ritardo. Se c’è una parola che accompagna in questi giorni l’umore delle imprese italiane è proprio quella. Reduci dal confronto, duro, con il governo agli Stati Generali, gli Industriali mettono ancora una volta il premier Giuseppe Conte dinnanzi alle sue responsabilità nella crisi peggiore dal 1945 ad oggi. La linea di Carlo Bonomi, inaugurata un mese fa, è d’altronde quella dell’attacco e non certo della rimessa. L’Italia, spiega il Centro studi di Confindustria in un documento diffuso oggi, è in ritardo nelle risposte alle imprese, nell’erogazione della liquidità necessaria a sopravvivere dopo due mesi di fatturato zero.

UN CONFRONTO IMPIETOSO

Premessa: “Il blocco dell’offerta e il crollo della domanda causati dall’emergenza sanitaria connessa alla diffusione del Covid-19 hanno fatto sprofondare le imprese in una drammatica crisi di liquidità: le mancate entrate connesse alla compressione dei fatturati non consentono di coprire le spese indifferibili, mettendo a repentaglio la sopravvivenza di intere filiere”. Tutto ciò premesso “il punto critico della risposta italiana sono i tempi di adozione e implementazione delle misure. Il ritardo è ampio rispetto agli altri Paesi considerati e compromette l’efficacia delle misure adottate che, in una fase emergenziale come quella attuale, necessitano, invece, di una trasmissione immediata al sistema economico”.

L’accusa degli Industriali è chiara: “Il governo italiano ha adottato il primo provvedimento organico a carattere nazionale 23 giorni dopo aver registrato i primi 100 casi di Covid-19, mentre sono stati sufficienti 15 giorni negli Stati Uniti, 12 in Francia e 8 in Germania per la medesima reazione. Ciò è dovuto alla difficoltà politica di trovare l’accordo tra le forze della maggioranza, ma anche all’enorme complessità dei provvedimenti legislativi che si adottano in Italia: il solo DL 34/2020 (Rilancio, ndr) è composto di 266 articoli e richiede 90 provvedimenti attuativi. Questa complessità, unita alle difficoltà operative della Pubblica amministrazione conferma, anche in queste circostanze, il ritardo cronico nell’implementazione delle misure”.

LEZIONE TEDESCA (E AMERICANA)

Il problema è tutto qui. All’estero hanno fatto più in fretta e dunque meglio. “Per quanto riguarda i sussidi”, spiegano gli esperti di Confindustria, “la Germania ha erogato oltre 13 miliardi di euro di aiuti a piccole imprese e autonomi (in circa due mesi) contro i 4,7 della Francia (erogati in poco più di 2 mesi) e i 2,4 dell’Italia (per il solo mese di marzo e solo alle partite Iva). Per quanto riguarda la liquidità: il governo americano in due mesi ha erogato 512 miliardi di dollari di prestiti (a oltre 4,5 milioni di beneficiari); la Germania, in due mesi e mezzo, circa 47 miliardi di euro (a quasi 63 mila beneficiari). L’Italia, tramite il Fondo di Garanzia, in tre mesi, quasi 34 miliardi (per soddisfare circa 646 mila domande) e, tramite la Garanzia Italia-Sace, in due mesi e una settimana, solamente 718 milioni (a 75 beneficiari). Si tratta di criticità evidenti anche in tempi normali, ma che hanno effetti molto peggiori in situazioni emergenziali come quelle attuali”.

Csc (2)

PARADOSSI ITALIANI

E pensare che calcoli alla mano le misure stanziate in Italia superano quelle della Francia (ma non quelle tedesche). Ma la burocrazia e la politica vanificano il tutto. “Per quanto riguarda l’Italia, l’ammontare delle misure adottate è al di sopra della media Ue (inferiore a quanto stanziato dalla Germania ma più della Francia). La tipologia di interventi previsti è largamente in linea con quella dei Paesi considerati. Il punto critico della risposta italiana sono i tempi di adozione e implementazione delle misure. Il ritardo è ampio rispetto agli altri Paesi considerati e in grado di compromettere l’efficacia delle misure adottate che, in una fase emergenziale come quella attuale, necessitano di una trasmissione quasi immediata al sistema economico”.

IL MEF RIBATTE

Il governo però non ci sta a fare la parte del cattivo e ribatte. “Il documento pubblicato oggi dal Centro Studi Confindustria sulla risposta economica italiana ed europea all’emergenza Covid contiene dati ormai superati, incompleti e fuorvianti”, si legge in una nota del Tesoro.

“Ad esempio, il rapporto scrive che per quanto riguarda i sussidi, la Germania ha erogato oltre 13 miliardi di euro a piccole imprese e autonomi (in circa due mesi) contro i 4,7 della Francia (erogati in poco più di due mesi) e i 2,4 dell’Italia (per il solo mese di marzo). In realtà l’Italia ha erogato quasi 6 miliardi a quasi 5 milioni di persone per tutte le indennità di marzo e aprile, quindi più della Francia. Peraltro, per le piccole imprese è operativo anche il bonus affitti, lo sconto sulle bollette, l’abbuono Irap di giugno e dalla prossima settimana inizieranno le erogazioni dei contributi a fondo perduto, che porteranno l’importo complessivo a poco meno di 20 miliardi di euro”.

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