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Fincantieri, Stx e l’antitrust europeo. Cosa non va nelle regole di Bruxelles

È una storia infinita quella dell’acquisto da parte di Fincantieri di Chantiers de l’Atlantique. Sono passati oltre tre anni da quando il Gruppo di Trieste firmò la prima intesa per rilevare dalla proprietà sudcoreana i cantieri di Saint Nazaire della ex Stx. Oggi, la nuova battuta d’arresto è stata certificata dalla commissaria europea alla concorrenza Margrethe Vestager, responsabile del controllo antitrust comunitario, l’ultimo passaggio che ancora manca all’operazione.

“QUALCHE DIFFICOLTÀ”

Tra il Covid-19 e “qualche difficoltà a capire quale sarà la ricaduta sul mercato”, la commissione ha sospeso le valutazioni lo scorso 13 marzo, ha spiegato oggi la commissaria danese. L’operazione sarebbe insomma troppo complicata per l’antitrust di Bruxelles, o almeno troppo per le regole europee sulla concorrenza che, a detta di molti esperti, non sono più adatte a un contesto internazionale in cui la cantieristica europea rischia di rimanere schiacciata dai nuovi colossi asiatici. Eppure, lo stallo persiste.

UNA STORIA INFINITA

La Commissione europea ha accettato di aprire il dossier Fincantieri-Stx a gennaio 2019 su richiesta di Berlino e Parigi. Richiesta che, dato l’interesse europeo e degli stessi francesi sull’operazione, sorprese l’Italia, la quale reagì in maniera piuttosto compatta, con maggioranza e opposizioni, Parlamento e governo, a chiedere “rispetto per le aziende italiane”. Ma d’altra parte sulla vicenda dei Chantiers de l’Atlantique i colpi di scena non sono mancati. Tutto è iniziato a maggio 2016, quando la gestione di Stx France viene affidata al tribunale fallimentare di Seul, essendo allora il 66% dell’azienda in mano ai sudcoreani. Nel giro di pochi mesi partì la vendita, e alla fine dell’anno l’unica offerta pervenuta fu quella del Gruppo italiano. A maggio 2017 arrivò l’accordo tra Fincantieri e il governo francese, che conservò il diritto di prelazione sulla maggioranza dei cantieri da esercitare entro la fine del luglio successivo.

IL COLPO DI MACRON

Nel frattempo all’Eliseo era arrivato Emmanuel Macron. A due giorni dalla scadenza del diritto di prelazione, il ministro delle Finanze Bruno Le Maire annunciò la decisione di nazionalizzare Stx, in barba al precedente accordo. Si susseguirono incontri tra i rappresentanti di governo, fino a settembre 2017, quando a Lione Macron e l’allora premier Paolo Gentiloni raggiunsero l’intesa sulla struttura dell’azionariato della società: il riscatto del 50% da parte dell’azienda italiana, con l’aggiunta del prestito di un ulteriore 1% concesso dallo Stato francese per dodici anni, previo via libera delle autorità antitrust, il passaggio che ancora manca.

L’INDAGINE…

L’indagine della Commissione è stata avviata lo scorso ottobre. Due mesi dopo, l’antitrust europeo ha inviato ai soggetti interessati le conclusioni preliminari: l’operazione sarebbe incompatibile con le regole del mercato interno. A Fincantieri restava tempo per presentare risposta ai dubbi di Bruxelles, in attesa di una decisione finale allora prevista per aprile. Decisione che, come ha detto oggi la Vestager, non c’è stata.

…E LA CONCORRENZA

Il dossier è stato al centro di un incontro a febbraio tra il premier Giuseppe Conte e la presidente della Commissione Ursula von der Leyen. “Ho rappresentato che le norme sulla concorrenza sono state elaborate anni fa, non c’era ancora il mercato globale”, spiegava il premier. “Riproporre quelle regole adesso e applicarle in modo pedissequo – aggiungeva – è un errore, perché è auto-limitativo per i nostri campioni industriali”. Difatti, rimarcava, “noi dobbiamo invece favorire la crescita di questi campioni e metterli nelle condizioni di poter competere”.

IL LATO MILITARE

Il concetto sembra essere passato per quanto riguarda il campo della Difesa, dove la Commissione invoca da tempo una maggiore integrazione industriale. A settembre 2017, oltre all’intesa su Stx, i governi di Francia e Italia parlarono anche di collaborazione in ambito militare, tracciando la strada per una progressiva alleanza tra il Gruppo italiano e Naval Group. Un anno dopo, i dicasteri della Difesa annunciavano il pieno sostegno dei rispettivi esecutivi all’accordo raggiunto dalle due società per una joint venture paritetica. A gennaio, Naviris è entrata nella piena operatività, ottenendo la scorsa settimana i suoi primi contratti per ricerca e sviluppo. E mentre gli occhi sono sulla commessa di due fregate all’Egitto (in attesa di finalizzazione), l’assemblea degli azionisti di Fincantieri ha approvato oggi il bilancio 2019, chiuso con un utile di 151,3 milioni di euro.

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