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Huawei, i rapporti con l’Iran e le sanzioni Usa. Scoop Reuters

Ecco un nuovo capitolo della saga Usa-Huawei e che riguarda Meng Wanzhou, Cfo del colosso cinese e figlia del fondatore della compagnia Ren Zhengfei, sulla quale la scorsa settimana si è espressa la Corte suprema canadese della British Columbia stabilendo che può essere processata negli Stati Uniti, dove New York la attende per processarla per frode bancaria riguardo al controllo di Huawei su una compagnia accusata di violare le sanzioni economiche Usa contro l’Iran. Nel suo ruolo di capo finanziario di Huawei, avrebbe ingannato la banca Hsbc sulla relazione di Huawei con una società che opera in Iran, Skycom Tech, esponendo l’istituto, uno dei maggiori al mondo, a rischio di multe e penali per aver infranto le sanzioni statunitensi su Teheran.

L’ultimo sviluppo è uno scoop della Reuters che ha avuto accesso a nuovi documenti circolati internamente all’azienda cinese, inclusi appunti, lettere e contratti. L’agenzia oggi ha rivelato che dopo la pubblicazione nel dicembre 2012 di report della stessa Reuters sulle attività commerciali svolte dal colosso di Shenzhen in Iran per la fornitura tramite una società intermediaria di componenti informatiche provenienti dagli Stati Uniti (pratica vietata da Washington), Huawei ha cercato di nascondere il proprio coinvolgimento nell’attività. 

Tutto ruota attorno alla società Skycom Tech, che Huawei ha sempre definito un partner locale iraniano dopo averla posseduta. Le nuove prove citate dalla Reuters, però, confermerebbero invece il controllo della società cinese su Skycom Tech. Un documento racconterebbe il tentativo che Huawei ha messo in atto nel 2013 per separare la sua attività da quella della società iraniana. L’obiettivo? Evitare problemi di natura legale, appunto. E così, nuovi vertici, sede a Teheran chiusa e una nuova entità in cui far confluire contratti dal valore stimato in decine di milioni di dollari.

La storia di Meng Wanzhou, numero due di Huawei e attualmente detenuta in Canada in attesa del via libera per l’estrazione negli Stati Uniti, oltre a fotografare perfettamente i rapporti tra Cina e Iran, si lega a doppio filo a quella di Skycom Tech. Ecco ciò che scrive la Reuters oggi: “I documenti appena ottenuti mostrano che gli sforzi di Huawei per nascondere il suo rapporto con Skycom sono iniziati dopo che la Reuters ha riferito, nel dicembre 2012, che Skycom aveva offerto di vendere attrezzature per computer Hewlett-Packard per un valore di almeno 1,3 milioni di euro al più grande operatore di telefonia mobile dell’Iran alla fine del 2010. Nel gennaio 2013, un secondo rapporto di Reuters descriveva come Huawei avesse stretti legami finanziari e altri collegamenti con Skycom, incluso il fatto che Meng avesse fatto parte del consiglio di amministrazione di Skycom tra febbraio 2008 e aprile 2009.

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