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Cambio al vertice per Lockheed Martin. Dopo Marillyn Hewson, inizia l’era di Jim Taiclet

“Assumo questo ruolo in un momento in cui il nostro Paese e i nostri alleati sono globalmente provati da emergenze nuove ed emergenti; ora più che mai, è fondamentale continuare a offrire i migliori sistemi ed equipaggiamenti nel mondo”. Si è presentato così Jim Taiclet, il nuovo presidente e ceo di Lockheed Martin, il colosso americano dell’aerospazio e difesa. Con un cambio della guardia programmato e cordiale, ha preso oggi il posto di Marillyn Hewson, dal 2013 alla guida del gruppo e incoronata da due anni “la donna più potente del business americano” dalla rivista Fortune.

IL PROFILO DI TAICLET

“In qualità di ex pilota militare, capisco bene la missione di questa grande azienda: fornire sicurezza globale e soluzioni innovative agli uomini e alle donne coraggiosi che proteggono la nostra nazione”, ha detto Taiclet. Veterano della Guerra del Golfo, classe 1961, manager navigato del business statunitense, è membro del board di Lockheed Martin da un paio d’anni. Dal 2003 è stato presidente e ceo di American Tower Corporation, società con sede a Boston che si occupa di infrastrutture per le reti Internet e radiodiffusione, passata con la sua leadership da una capitalizzazione di 2 miliardi, a oltre 100 miliardi. Già presidente di Honeywell Aerospace Services e vice presidente di Pratt & Whitney (una delle principali aziende motoristiche degli Usa), è inoltre ufficiale in congedo della US Air Force, con cinquemila ore di volo e la partecipazione alla prima Guerra del Golfo.

LA STAFFETTA

“Sono onorato di succedere a Marillyn, che è giustamente tra i ceo più rispettati in America”, ha detto Taiclet assumendo l’incarico. “Ho piena fiducia che Jim e il suo team continueranno a guidare l’azienda verso un successo duraturo attraverso una solita strategia, delle forti relazioni con i clienti e una profonda focalizzazione sugli obiettivi”, le ha risposto la Hewson, pronta all’incarico meno gravoso di executive chairman del board. “Sto lasciando il corner office in buone mani”, aveva già detto a marzo, quando l’azienda annunciò per la prima volta la staffetta al vertice. La nomina del cda è arrivata d’altra parte su suggerimento della stessa Hewson.

IL PROGRAMMA DI CRESCITA

Marillyn Hewson lascia oggi il vertice di Lockheed Martin dopo averla guidata negli anni difficili della sequestration (i limiti al bilancio della Difesa Usa), nonché in quelli del consolidamento su scala globale, dall’accelerazione sul programma F-35 all’acquisizione di Sikorski in campo elicoterristico. Lo scorso dicembre, nel consueto report sulle vendite globali, l’autorevole istituto svedese Sipri ha confermato la società quale primo attore globale, con una crescita annuale del 5,2%, per lo più attribuibile al programma F-35, la punta di diamante della produzione di Lockheed Martin.

LA LEADERSHIP DELLA HEWSON

La Hewson ha presieduto all’affermazione globale del programma con l’aumento dei clienti in tutto il mondo, mettendo la faccia (anche di fronte a Donald Trump) nell’impegno alla discesa dei costi, arrivando in anticipo di un anno sull’obiettivo di scendere sotto gli 80 milioni di dollari in un F-35 A, praticamente come un caccia di quarta generazione. Non è un caso che da due anni la Hewson sia “la donna più potente del business americano” secondo la prestigiosa “Most Powerful Women List” di Fortune. Originaria del Kansas, già nel 2018 la manager si era guadagnata anche il riconoscimento di “amministratore delegato dell’anno”, assegnatole dal magazine Chief executive sulla base delle valutazioni di un comitato composto da alcuni tra i maggiori ceo statunitensi.

GLI OBIETTIVI DI LOCKHEED MARTIN

Nel 2019 il gruppo ha registrato ricavi in crescita e un portafoglio ordini che ha raggiunto la cifra record di 144 miliardi di dollari. Al momento, l’obiettivo di breve termine è far fronte alle incertezze da Coivd-19. Lockheed Martin ha annunciato per questa settimana l’accelerazione di pagamenti ai fornitori per 450 milioni di dollari, sulla scia delle direttive del dipartimento della Difesa, da subito attento a preservare il comparto nazionale. Nel lungo periodo, grande attenzione è dedicata agli “elicotteri del futuro”, il programma Future Vertical Lift (Fvl) con cui gli Stati Uniti intendono sostituire per intero la propria flotta. A fine marzo, lo Us Army ha selezionato Sikorski e Bell come finaliste del programma Fara, destinato a identificare il prossimo elicottero da ricognizione e scorta. Qualche settimana fa, le stesse due erano state selezionate finaliste anche per il più grande Flraa.

TRA SPAZIO E TERRA

I progetti sono ambiziosi anche in ambito spaziale. A Cape Canaveral, prima di assistere alla partenza della Crew Dragon, un paio di settimane fa il presidente Donald Trump ha messo la sua firma su un pannello della capsula Orion. Realizzata da Lockheed Martin, è la navicella scelta per portare gli astronauti nell’ambito del programma Artemis, il nuovo progetto lunare a stelle e strisce. Nel “national team” con Northrop Grumman, inoltre, l’azienda propone una delle tre soluzioni per il lander lunare il cui sviluppo è stato di recente sovvenzionato dalla Nasa per quasi un miliardo di dollari. Tra Spazio e Terra, Lockheed Martin è anche tra le aziende più coinvolte dal Pentagono nel piano per sviluppare in fretta la missilistica ipersonica. L’obiettivo è recuperare terreno nei confronti di Cina e Russia.

LE ALTRE NOVITÀ NEL MANAGEMENT

Taiclet potrà contare sull’altra novità nel management di Lockheed Martin: Frank A. St. John, già executive vice president per Rotary and Mission Systems (RMS, una delle quattro aree di business), è da oggi il chief operating officer a diretto riporto del nuovo amministratore delegato. Al suo posto è stata nominata Stephanie C. Hill, che invece arriva dalla vice presidenza per Enterprise Business Transformation.

(Foto: Lockheed Martin)

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