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E se in inverno tornasse il contagio? L’indagine dell’Osservatorio Socio Politico di Hokuto

In questi mesi si è molto discusso sulla importanza della prevenzione delle prossime epidemie e problematiche connesse, per questo una parte dell’indagine condotta da Hokuto nell’edizione straordinaria dell’Osservatorio Socio Politico sulle aspettative rispetto alla fase 2.0 vuole essere da supporto proprio a capire quali scenari potremmo avere di fronte quando, in inverno, l’epidemia potrebbe tornare in modo importante. Ci sembra un esercizio intellettuale e psicologico utile a non abbassare la guardia e a mettere in pratica tante raccomandazioni che sono state rivolte in queste settimane.

Ovviamente si tratta di una simulazione tramite intervista che non può “prevedere il futuro”, ma che può accendere un campanello di attenzione. Allo sguardo breve su cui siamo stretti in un contesto di emergenza ma a cui bisogna aggiungerne uno strategico per anticipare il futuro prossimo in modo da gestirlo meglio.

Cosa succederà a dicembre 2020, al verificarsi di uno scenario di medio periodo piuttosto grave? Come reagirebbero gli italiani se, proprio come sta avvenendo, i vincoli si allentano a maggio, ma senza un vaccino, in inverno tornasse la pandemia come l’abbiamo conosciuta fino ad ora? A quel punto avremo una seconda crisi sanitaria sopra una pre-esistente crisi economica. Ci interessa in primis analizzare le preferenze degli italiani rispetto alle modalità gestionali.

Gli italiani sono divisi in due, se la priorità salute prevale rispetto all’economia (48%), questa non raggiunge la maggioranza dei consensi, gli italiani temono il rischio economico tanto quanto quello della salute.

In uno scenario piuttosto grave ove… La situazione sanitaria migliora poco, i vincoli per imprese e cittadini si allentano per tutto il 2020, non si trova il vaccino prima del 2021.  In inverno si verifica un ritorno dell’epidemia.

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Ma ora è maturato anche uno spirito preventivo più forte, è possibile mettere in campo azioni più forti di contenimento del virus, non solo bloccare la modalità e le libertà tout court.

Infatti, la disponibilità degli italiani a sottoporsi a controlli sanitari preventivi è fortissima (58% di molto e 34% di abbastanza d’accordo), molto di più che a farsi tracciare, azione che comunque raccoglie un ampio consenso (34% di molto e 38% di abbastanza). E’ chiaro che gli italiani vogliono evitare, con il loro sforzo diretto, di ricadere nelle ripercussioni economiche che hanno vissuto.

È però possibile che una seconda ondata di rallentamento economico, se non opportunamente controbilanciata dal sostegno ai più deboli, potrebbe portare, più che fino ad ora, a comportamenti illegali per motivi di bisogno. Ecco, per una ampia maggioranza degli italiani (61%), tali comportamenti non sarebbero comunque giustificati. Solo per il 12%, cifra non bassa ad ogni modo, bisognerebbe essere molto tolleranti con chi li commettesse.

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Scenari più moderati o più gravi comporterebbero atteggiamenti differenti, ma di certo questo studio preliminare traccia una linea di attenzione.

Suggeriamo di monitorare l’evoluzione di questi atteggiamenti nel tempo via via che si chiarisce l’evoluzione possibile della crisi.

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