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Chi c’era dietro l’Operazione Gedeón contro Maduro? La versione del Wsj

Sarebbe Leopoldo López, uno dei più famosi volti dell’opposizione venezuelana e fondatore del partito Voluntad Popular del presidente del Parlamento Juan Guaidó, la mente dietro l’Operazione Gedeón, quel tentativo fallimentare per porre fine al regime di Nicolás Maduro usando mercenari (che si presume siano  arrivati dagli Stati Uniti), nel mese di maggio.

Secondo un articolo pubblicato dal quotidiano americano The Wall Street Journal (Wsj), López è stata la guida nell’ideazione del presunto attacco. Intitolato “Guru dell’operazione venezuelano ha diretto la pianificazione per diroccare Maduro”, il testo definisce López come mentore di Guaidó. Sarebbe stato lui a scegliere tra almeno sei proposte di contrattisti privati per compiere l’incursione militare in Venezuela, che avrebbe provocato successivamente una ribellione all’interno delle forze armate venezuelane. Il quotidiano scrive che, anche se ascoltarono diverse offerte, persone vicine a Guaidó e López sostengono che “le riunioni stranamente andavano oltre le conversazioni informali”.

“Nel 2019, mentre alcuni leader dell’opposizione venezuelana e diplomatici erano impegnati in negoziati con Maduro per il diritto a elezioni libere e giuste – si legge nel Wsj -, López e i suoi collaboratori più vicini cercavano un’impresa di sicurezza senza avvertire i politici degli altri partiti oppositori a Maduro”. La ricerca non è stata facile e sarebbe stata scartata inizialmente anche la proposta del veterano di guerra americano, Jordan Goudreau, proprietario della SilverCorp USA. Il motivo è che aveva sottostimato la capacità di difesa del regime di Maduro e contava su pochi combattenti volontari.

Tuttavia, secondo la ricostruzione del Wsj, durante la primavera del 2019 alcuni membri del partito Voluntad Popular e persone vicine a López hanno cospirato con Goudreau e il generale in ritiro venezuelano Clíver Alcalá per firmare il contratto: “Gli associati al signor López hanno presentato Alcalá e Goudreau ad altri leader dell’opposizione in diverse riunioni a Bogotà, dove hanno cercato tra 2 e 7 milioni di dollari per finanziare l’operazione, secondo alcune fonti”.

Per l’ex ambasciatore di Guaidó in Colombia, Humberto Calderón Berti, inseguire i progetti di López è uno dei più grandi errori dell’opposizione venezuelana. La responsabilità, dunque, cadrebbe su López, secondo la pubblicazione americana. Lui che fino al 30 aprile è stato uno dei prigionieri politici più famosi del regime bolivariano: “Da anni (López, ndr) è favorevole ad un’azione diretta per eliminare Maduro – da una serie di proteste che sono diventate violente nel 2014 fino a promuovere una ribellioni militare l’anno scorso -, molte volte scontrandosi con la strategia di altri nemici del regime”.

López crede che i negoziati e la strada del voto per uscire dal governo di Maduro sono opzioni che hanno bisogno di un tempo che i venezuelani non hanno più.

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