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Tutti i significati (revisionistici) della parata militare di Putin. Parla Mikhelidze (Iai)

Nonostante il coronavirus, Vladimir Putin non ha voluto rinunciare ad uno dei suoi appuntamenti più speciali per quest’anno. Oggi a Mosca e nelle principali città del Paese si sono tenute diverse parate militari per commemorare il 75mo anniversario della fine della Seconda Guerra Mondiale. Le celebrazioni erano previste per il 9 maggio, ma sono state rimandate a causa dell’emergenza sanitaria della pandemia globale.

Gli eventi solenni sulla Piazza Rossa di Mosca coincidono con un altro anniversario importante per Putin. “La parata quest’anno si tiene nel giorno in cui, 75 anni fa, le truppe hanno sfilato, proprio qui, dopo la vittoria del bene sul male, sul nazifascismo – ha dichiarato il capo del Cremlino -. Non oso immaginare cosa sarebbe accaduto al mondo se l’armata rossa non avesse vinto: è stata l’Urss a battere il nazismo e liberare i tedeschi”. Alla parata militare presenti i militari russi, ma anche rappresentanti di 17 Paesi, tra cui Cina, Serbia e molti Stati dell’ex Unione Sovietica. Sono rimasti fuori dall’evento il primo ministro dell’Armenia, Nikol Pashinyan, risultato positivo al coronavirus nei giorni scorsi, e il capo di Stato dell’Azerbaigian Ilham Aliyev, impegnato a contenere il contagio nel suo Paese. Benjamin Netanyahu ha motivato la sua assenza a causa della grave crisi politica interna ed Emmanuel Macron dice di non avere ricevuto l’invito. È rimasto fuori dalla lista degli invitati anche il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky.

Per Nona Mikhelidze, responsabile del programma Europa orientale ed Eurasia dell’Istituto Affari Internazionali (Iai), la parata militare di oggi ha sicuramente un significato simbolico molto importante, e anche un obiettivo elettorale, in vista del voto che inizierà domani e si concluderà a luglio.

In una conversazione con Formiche.net, l’esperta ricorda che il primo appuntamento rimandato a causa dell’emergenza Covid-19 è il referendum costituzionale, che permetterebbe di fare i cambiamenti che permetterebbero a Putin, volendo, di governare il Paese fino al 2036. “La parata è direttamente legata alla legittimizzazione del governo agli occhi della popolazione, che in questo momento sta vivendo una crisi sanitaria e una crisi economica enorme, dovuta anche al crollo del prezzo del petrolio. Ovviamente è una preparazione anche per il voto popolare, che deve avvenire per permettere a Putin di governare ancora”.

Ma non solo, la sfilata militare è collegata anche alla revisione della storia condotta da Putin negli ultimi anni, anche attraverso i media. “Abbiamo visto articoli ed interviste dove lui propone la sua versione della Seconda Guerra mondiale, come è cominciata la guerra, di chi erano le responsabilità, ecc. – sostiene l’esperta -. Una settimana fa Putin ha pubblicato un articolo sulla rivista americana The National Interest dove, appunto, ha quasi accusato i polacchi di avere iniziato la guerra e dice praticamente che hanno “invaso” il loro Paese da soli. L’obiettivo dell’articolo era colpevolizzare alcuni Paesi nella Seconda Guerra mondiale”.

Due giorni fa, invece, il presidente russo ha parlato ad una tv russa dell’importanza della vittoria della Seconda Guerra mondiale: “Ha menzionato il fatto che nell’Unione sovietica, secondo lui, l’unione è avvenuta quasi volontariamente, e che come regalo hanno ricevuto tanti territori. E, nonostante la Costituzione sovietica permettesse di lasciare l’Unione sovietica – anche senza chiare procedure -, alcuni di questi Paesi hanno sì lasciato l’Unione ma si sono portati via i regali. Questo chiaramente sottolinea ancora una volta la sua percezione che territori come la Crimea e Donbass, nella sua logica, dovevano essere restituiti. Per lui la Russia è come se fosse giustificata a riprendersi quei territori”.

La parata, dunque, simbolicamente rinchiude tutte queste narrative. Mikhelidze conclude che è una visuale della narrativa di Putin degli ultimi anni: “La revisione della storia, della sua percezione, è ovviamente mirata a rafforzare il regime in Russia per dargli maggior legittimità in questo momento di crisi. Non ci possiamo aspettare il crollo del regime, ma si attende una lenta erosione del sistema dall’interno, che andrà da adesso ad alcuni anni”.

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