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Diamo voce al Paese reale. Con fair play. Scrive Alessandro Cattaneo (FI)

Di Alessandro Cattaneo

La manifestazione del centrodestra in 100 piazze italiane rappresenta un’Italia coraggiosa, che non si ferma, che non demorde e che non cede alla logica della paura. C’è un senso politico che ha guidato questa giornata, ossia l’unione nelle idee, nella condivisione di un ideale: un’Italia libera e democratica.

Come sottolineato d’altronde dallo stesso presidente Mattarella, parole profonde e importanti, parole che difficilmente verranno ascoltate dal governo. Perché al netto delle difficoltà oggettive dettate da un’emergenza sanitaria senza precedenti quello che in piazza il centrodestra ha chiesto con il tricolore in mano è proprio di essere ascoltati da questo esecutivo, di intraprendere insieme la strada del confronto e della collaborazione, in altre parole, quello che Conte e la sua maggioranza non hanno mai fatto.

Ci hanno offerto caffè a Palazzo Chigi ma non hanno voluto far proprie idee sensate come i voucher per i lavoratori stagionali a favore di settori in ginocchio come turismo e agricoltura, non hanno voluto cogliere suggerimenti concreti per velocizzare i meccanismi di erogazione della liquidità alle imprese e limitare i rischi penali per le banche, così come l’errore nella distribuzione di soldi sotto forma di bonus a pioggia invece che di investimenti mirati che potessero fungere da moltiplicatore economico e sociale. Abbiamo dato voce all’Italia stanca e in difficoltà senza simboli di partito, solo con il tricolore alzato per dire che l’Italia conta più di ogni logica di partito e di qualsiasi interesse particolare. Conta in sostanza più di una poltrona.

E chi parla di assembramento non strumentalizzi legittime osservazioni in merito alla sicurezza sanitaria, perché sono gli stessi assembramenti spontanei di Codogno (per la visita del Presidente della Repubblica) e di Torino (per il passaggio delle Frecce Tricolori).

Questo per dire che è il momento del fair play perché in gioco non c’è una medaglia o una coppa, in gioco c’è solo e soltanto la sopravvivenza e la ripartenza economica del Paese. E dare voce al Paese reale è tutto ciò che ci interessa.

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