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Crisi e coronavirus. Fmi tende una mano all’Egitto

Nuovo salvataggio economico per l’Egitto. Il Fondo monetario internazionale (Fmi) ha approvato gli aiuti per Il Cairo per circa 5,2 miliardi di dollari. L’approvazione del Comitato esecutivo consente un accesso immediato a circa 2 miliardi di dollari, mentre il resto verrà suddiviso in due fasi. La notizia è stata confermata da un comunicato stampa dell’organizzazione, nel quale si spiega che si tratta di un contributo per compiere i pagamenti del bilancio, finanziare il deficit e sostenere le sfide della pandemia coronavirus.

Con queste risorse stanziate dall’Fmi si vuole preservare i risultati raggiunti negli ultimi anni, sopperire alle spese sanitarie e sociali per la popolazione più vulnerabile e portare avanti una serie di riforme strutturali a favore della crescita.

L’Fmi ha ricordato che l’Egitto aveva già compiuto un programma di riforme economiche dell’Extended Fund Facility tra il 2016 e il 2016 ed è diventato uno dei mercati emergenti con più alta crescita. Con questo salvataggio economico si spera ancorare le aspettative di inflazione e salvaguardare la stabilità finanziaria, mantenendo un tasso di cambio flessibile.

Sebbene negli ultimi mesi le autorità egiziane abbiano manifestato di essere calmi, sostenendo che il Paese è in grado di gestire la pandemia, gli effetti della crisi globale si sentono. Tra marzo e aprile le risorse internazionali sono crollate di circa il 18% e c’è stata una forte fuga di capitale. Perdite anche nel settore turismo, nel denaro inviato dall’estero, le tasse nel canale di Suez e le esportazioni nel settore energetico.

Ahmed Hafez, responsabile di ricerca per il Medio Oriente e il Nord d’Africa della banca di investimenti de Renaissance Capital, ha detto al quotidiano El País che questa è la peggior fuga di capitale mai vista. Timothy Kaldas, ricercatore dell’Istituto Tahrir, sostiene che fino ad ora la Banca Centrale Egiziana è riuscita a proteggere il valore della sterlina egiziana, ma “le cifre più recenti indicano che il successo è stato limitato, dato che la domanda in Egitto è crollata drasticamente e il settore privato ha vissuto ad aprile la peggior contrazione dal 2011”.

Dal 2013, quando è arrivato al potere, il presidente dell’Egitto, Abdel Fattah al-Sisi, ha fatto del miglioramento economico la sua bandiera politica. Ma gli oppositori del suo governo credono che le riforme economiche hanno favorito soltanto una minoranza, e che hanno portato con sé la più grande repressione politica nella storia recente del Paese.


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