Sesta notte di proteste, tafferugli, violenze negli Stati Uniti, migliaia gli arrestati, i contusi, i feriti, tra cortei, saccheggi, lacrimogeni e pallottole di gomma, con il coprifuoco in una quarantina di città (fra cui Washington Dc) e l’area della Casa Bianca ‘assediata’ fin verso mezzanotte. A New York, fra gli arrestati, c’è la figlia del sindaco Bill De Blasio, Chiara.
In questo contesto, il presidente Donald Trump chiede a sindaci e governatori il pugno di ferro e rispolvera lo slogan ‘Ordine e Legge’, che, alla fine degli Anni Sessanta fu di Richard Nixon e dell’allora governatore della California Ronald Reagan. Trump minaccia di ricorrere all’esercito, per riportare la calma nelle città in subbuglio.
LA VOLATA DI BIDEN
Ma i sondaggi dicono che il suo rivale Joe Biden, che pure è stato molto discreto negli ultimi giorni, sta prendendo il largo nel favore degli elettori: un rilevamento Washington Post – Abc News, condotto quando erano già iniziate le proteste per la morte a Minneapolis di George Floyd, deceduto dopo essere stato arrestato e avere subito un trattamento brutale da parte della polizia, vede Biden avanti di dieci punti: ha il 53% delle intenzioni di voto, contro il 43% di Trump. È il distacco più netto mai rilevato e si allarga a 13 punti tra gli elettori adulti. L’analogo sondaggio due mesi or sono dava quasi un testa a testa: 49% a 47%.
ANCORA IL CASO FLOYD
Il New York Times, citando esperti sanitari e amministratori locali, scrive che le proteste di massa degli ultimi giorni in almeno 75 città per la morte di Floyd potrebbero innescare una nuova ondata di contagi da coronavirus negli Usa, dove ad ora si registrano oltre 1.790.000 contagi e oltre 104 mila vittime. Secondo i dati della Johns Hopkins University, ieri i morti sono stati 598. In piazza e nelle strade, ci sono migliaia di persone, spesso senza mascherina, e comunque senza alcuna forma di distanziamento sociale.
Twittando a raffica, Trump assume posizioni progressivamente più rigide: minaccia di mandare l’esercito, se gli amministratori locali democratici non stroncheranno le violenze nelle proteste: “Varcare i confini di Stato per incitare alla violenza è un crimine federale! I governatori e i sindaci liberal devono diventare più duri o il governo federale interverrà e farà quello che deve essere fatto, e questo include il potere illimitato del nostro esercito e molti arresti. Grazie!”, twitta. E ancora: “Diventate duri, sindaci e governatori democratici. Queste persone sono anarchici. Chiamate subito la guardia nazionale. Il mondo sta guardando e ridendo di voi e di Sleepy Joe. È questo che l’America vuole?”.
I DISORDINI
Il presidente accusa una sfilza di media di “disinformare più di qualsiasi Paese straniero”: “Da Cnn, MsNbc, New York Times e Washington Post esce di gran lunga molta più disinformazione di quella che arriva da qualsiasi Paese straniero, anche se la mettiamo insieme. Le Fake News sono il nemico del popolo!”.
Alcuni video suscitano particolare impressione: un autotreno che tenta di forzare un blocco stradale sul raccordo di Minneapolis; un auto della polizia che ‘carica’ i manifestanti a New York, dove ci sono pure poliziotti che s’inginocchiano con i manifestanti in omaggio a Floyd; un commerciante viene pestato a sangue mentre difende il suo negozio dal saccheggio a Dallas. “Terribile! – chiosa su Twitter Trump quest’ultimo episodio. Dove sono gli arresti e le sentenze severe?”.
TRUMP VS GLI ANTIFA
La tesi dell’Amministrazione è che le manifestazioni siano orchestrate o almeno strumentalizzate dall’estrema sinistra. E il presidente annuncia: “Designeremo Antifa – il movimento antifascista della sinistra antagonsita, ndr – come organizzazione terroristica”. Ma c’è chi invece pensa che siano infiltrati suprematisti ad accendere violenze e disordini e a sobillare le folle.
La Casa Bianca nega che esista un “razzismo sistematico”. Il consigliere per la sicurezza nazionale Robert O’Brien dice: “Ci sono cattivi poliziotti che sono razzisti e ci sono poliziotti che forse non hanno avuto un adeguato addestramento, la polizia è danneggiata da ‘poche mele marce'”.
S’è intanto appreso che, venerdì, gli agenti del Secret Service hanno tenuto Trump – non è chiaro se con Melania e Barron – in un bunker sotterraneo della Casa Bianca per quasi un’ora, nel momento più caldo della protesta a Lafayette Square, davanti alla residenza presidenziale. Numerosi agenti sono rimasti contusi o feriti.