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Trump riparte da Tulsa (tra coprifuoco, virus e contestazioni). Il punto di Gramaglia

La notizia di un episodio sanguinoso, risalente al 6 giugno, ma di cui s’è appreso solo ora, aumenta la tensione a Tulsa, in Oklahoma, in previsione del comizio, questa sera, di Donald Trump, il primo del magnate presidente dopo l’epidemia da coronavirus. La guardia privata di un motel ha ucciso un afro-americano di 36 anni, Carlos Carson, che si era andato a lamentare della sua auto vandalizzata, prima con il gestore e poi con il vigilante, un bianco, Christopher Straigh.

La vicenda rilancia il dibattito sul razzismo e sull’abuso della forza da parte di chi deve fare rispettare la legge e garantire la sicurezza. Straigh, sotto accusa per omicidio, prima ha usato contro Carson lo spray urticante e poi, quando l’uomo ha reagito, gli ha sparato alla testa.

Dopo che la Corte Suprema dell’Oklahoma ha respinto la richiesta di vietare il comizio, in assenza di misure di distanziamento sociale anti-coronavirus, c’è incertezza sul coprifuoco di tre giorni imposto dal sindaco di Tulsa, città che nel 1921 fu teatro di uno dei più sanguinosi massacri di neri della storia americana.

L’ordine esecutivo firmato dal sindaco G.T. Bynum prevedeva che la misura fosse in vigore dalle 22 alle 6 del mattino, dal 19 al 22 giugno, con l’obiettivo di prevenire violenze perché si prevede che decine di migliaia di persone confluiscano in città per ascoltare Trump o per protestare contro di lui.

Sostenitori del presidente sono accampati da giorni fuori dal Bok Center (l’arena da 19 mila posti dove si terrà il comizio). Il magnate sostiene che per loro il coprifuoco non vale. Non è però chiaro se l’ordine sia stato revocato del tutto o in parte.

Anche i manager del Bok Center, hanno chiesto alla campagna Trump un dettagliato piano scritto per garantire “salute e sicurezza” in relazione al contagio, ma si sono accontentati dell’impegno dello staff a offrire mascherine, igienizzanti per le mani, controllo della temperatura generalizzato, pulizia e disinfestazioni ripetute nel corso dell’evento.

In città sono attese almeno 100 mila persone in città. “Grandi folle e code si stanno già formando… La mia campagna non è ancora cominciata. Comincia in Oklahoma!”, twitta il magnate, pur ammettendo che “una piccola percentuale” di partecipanti potrebbe contagiarsi. Il presidente lancia pure un avvertimento minaccioso: “Qualunque dimostrante, anarchico, agitatore, saccheggiatore o farabutto stia andando in Oklahoma non sarà trattato come a New York, Seattle o Minneapolis. Sarà una scena molto diversa!”.

Nel clima di tensioni razziali che continua a pervadere l’America, manifestanti hanno ieri abbattuto e bruciato l’unica statua di un generale confederato a Washington DC – quella di Albert Pike -: vista la scena in televisione, Trump ha subito definito in un tweet l’atto “vergognoso”, lamentandosi che la polizia della capitale “non sta facendo il suo lavoro: sta a guardare mentre una statua viene abbattuta e incendiata. Questa gente dovrebbe essere immediatamente arrestata. E’ una vergogna!”.

L’umore del presidente non è certo migliorato dopo l’ultimo sondaggio della sua tv di riferimento, Fox News, che lo dà in ritardo di 12 punti sul suo rivale Joe Biden: 50 a 38% – a maggio, il divario era di otto punti, 48 a 40%. Il 61% del campione disapprova l’operato del presidente, solo il 32% lo approva (a maggio, erano rispettivamente il 56% e il 37%). L’antipatia o l’ostilità verso il magnate sono un fattore trainante per il 63% degli elettori di Biden; solo il 31% è motivato in prima battuta dall’entusiasmo per l’ex vice di Obama. Il 62% dei fan di Trump lo sostiene senza calore. Il 57% approva le manifestazioni anti-razziste, il 35% non le condivide. Scontata la reazione di Trump: “Fox News è uscita con un altro dei suoi falsi sondaggi, fatti dallo stesso gruppo di odiatori che li fece anche molto peggio nel 2016. Guardate cosa accadrà in novembre. Fox è terribile!”.

In interviste, il presidente ha di nuovo contestato il voto per posta e messo in dubbio che lui possa accettare i risultati elettorali, che, secondo la Cnn, potrebbero addirittura dare a Biden oltre 400 voti del collegio elettorale: sarebbe la vittoria più netta da quella di Bill Clinton nel 1996.

Trump ha intanto aperto un altro fronte controverso, alimentando i sospetti di conflitti di interesse o di tentativi di ingerenza nella gestione della giustizia già ravvivati dalle anticipazioni sulle memorie di John Bolton. Il presidente vuole sostituire il procuratore di Manhattan Geoffrey Berman, che ha però reagito: “Non mi sono dimesso e non ho alcuna intenzione di dimettermi dalla mia posizione… Lascerò quando una persona nominata dal presidente sarà confermata al Senato. Fino ad allora, le nostre indagini proseguiranno senza ritardi o interruzioni”.

Sono proprio le indagini di Berman a inquietare Trump, che intende sostituirlo con Jay Clayton, presidente della Securities and Exchange Commission (Sec), senza esperienze da procuratore. Berman ha incriminato l’ex avvocato personale del presidente Michael Cohen e sta ora indagando l’attuale avvocato personale del magnate Rudolph Giuliani, oltre ad avere gestito casi di personaggi vicini a Trump, come quelli di Natalia Veselnitskaya, l’avvocata russa ricevuta alla Trump Tower nel Russiagate, incriminata per ostruzione della giustizia in altra vicenda, e di Michael Avenatti, l’avvocato della pornostar Stormy Daniels, accusato di estorsione contro la Nike.

Fronte coronavirus, gli Stati Uniti hanno ieri registrato 705 morti per coronavirus, secondo i dati della Johns Hopkins University alla mezzanotte sulla East Coast. È il nono giorno consecutivo che il bilancio giornaliero è inferiore ai mille decessi, per un totale di oltre 119.000 morti e 2.222.000 contagi accertati.

(Usa2020)

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