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Turismo: E’ l’ora del coraggio degli imprenditori. A Napoli il Britannique ne è un esempio

Nelle nostre città  ancora tramortite dagli effetti nefasti dell’emergenza Covid-19 il turismo è uno dei settori che soffre di più.
Ed questo è il momento in cui emerge il coraggio degli imprenditori che sanno guardare lontano.
Le folli prescrizioni “terroristiche”  presentate dall’Inail per il settore dopo le proteste di Federalberghi hanno ceduto il passo a norme più di buon senso e il mondo del turismo prova a ripartire grazie alla visione di imprenditori illuminati e anche, perchè no, a cittadini che iniziano a vivere gli alberghi per la loro vita sociale.

Pur comprendendo le difficoltà di chi lavora nel settore credo che gli operatori oggi devono, mentre ripartono i flussi turistici internazionali, creare i presupposti per una nuova domanda più locale o regionale per rispondere a quella voglia di “tornare a vivere” che c’è in ognuno di noi. E parlo soprattutto degli hotel 4 e 5 stelle simbolo delle offerte turistiche delle nostre città.
Non è semplice, lo so, ma certamente la soluzione non è tenere gli alberghi chiusi ad oltranza. La cassa integrazione per il personale prima o poi finirà e comunque bisognerà ripartire.

Un bell’esempio di imprenditoria che scommette nel rilancio del settore viene da Napoli.  In città l’11 marzo, nel pieno dell’emergenza e pochi giorni prima del lockdown, ha riaperto lo storico The Britannique, diventato cinque stelle ed entrato a far parte della Curio Collection by Hilton.
A rilanciarlo alcuni imprenditori napoletani guidati da Costanzo Jannotti Pecci, ceo del Gruppo Palazzo Caracciolo spa e ex presidente di Federterme, Federturismo e di Confindustria Campania.

“La situazione in Italia è molto difficile – dichiarava Jannotti Pecci a marzo – lo diventa ogni giorno di più. Napoli non è ai livelli drammatici delle città del Centro Nord, ma la nostra clientela è internazionale, proprio come la crisi di questi giorni. Abbiamo deciso di aprire perché serve trasferire un messaggio di fiducia”.
Ed è proprio della fiducia che ha bisogno del settore per ripartire. 


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