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Ustica (e caso Moro), ora desecretiamo i documenti. L’appello di Adolfo Urso

Di Adolfo Urso

Il quarantesimo anniversario della strage di Ustica ci impone di riflettere su quel terribile anno 1980 e su come contribuire ad accertare la verità, qualunque sia la verità, sul piano giudiziario e su quello storico.

Lo dobbiamo alle famiglie delle vittime, che da troppo tempo attendono giustizia, e lo dobbiamo ai nostri cittadini che più volte hanno dubitato  delle azioni delle istituzioni.

Solo la verità può aiutarci a sanare ferite così profonde che hanno dilaniato la nostra comunità, consentendo a tutti di riconoscersi nella storia comune, più consapevoli e quindi più forti.

Azione tanto più importante per la nostra Nazione che, oggi più che mai, ha necessità di sentirsi unita e solidale e di riconoscersi pienamente nelle istituzioni per affrontare al meglio la sfida economica, produttiva e sociale determinata dalla pandemia.

Mi auguro, pertanto, che il Presidente del Consiglio colga l’occasione del quarantennale della strage di Ustica per accogliere la richiesta del Copasir, deliberata all’unanimità, di desecretare ogni atto inerente le stragi del 1980 che colpirono, innanzitutto, la città martire di Bologna.

L’aereo Itavia partì dall’aeroporto di Bologna e la strage del 2 agosto avvenne poco meno di un mese dopo nella stazione, ancora una volta, di Bologna. Qualcuno ritiene che non sia una coincidenza drammatica ma un segnale che forse andava colto.

In ogni caso, il Comitato parlamentare per la Sicurezza della Repubblica ha ritenuto, dopo aver visionato la documentazione ancora secretata, di chiedere che sia declassificata e quindi divulgata, affinché magistrati, storici e giornalisti possano prenderne piena conoscenza nella loro attività.

Ciò vale, ovviamente, per le due stragi di Ustica e Bologna ma anche per il sequestro e l’assassinio di Aldo Moro e degli agenti della sua scorta, come per la scomparsa dei due giornalisti Italo Toni e Graziella De Palo, assassinati in Libano nel settembre del 1980.

Quella documentazione potrebbe aiutare a ricostruire le drammatiche vicende, il quadro delle responsabilità e le circostanze che provocarono quelle immani tragedie.

Possiamo reclamare piena collaborazione ai nostri alleati (e dobbiamo farlo con forza e senza infingimenti, richiamandoci ai comuni valori di libertà che ci hanno determinato nel realizzare la casa comune europea e a partecipare alla alleanza atlantica), se anche noi facciamo la nostra parte desecretando appunto ogni atto utile alle indagini e alla ricostruzione storica.

La ricerca della verità è fondamentale per costruire quella memoria condivisa su cui la nostra Italia può ripartire con più fiducia e determinazione.

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