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Intrigo internazionale (ma anche un po’ casareccio). L’analisi di Pennisi

C’è un nesso, e quale nesso, tra l’inchiesta del quotidiano spagnolo Abc del 15 giugno sui finanziamenti, dalla cassaforte del governo del Venezuela (la compagnia petrolifera), a vari partiti e movimenti politici europei tra cui il nostro Movimento Cinque Stelle (M5S) e l’arresto a Capo Verde di Alex Nain Saab Morán, il tesoriere di Nicolás Maduro, il giorno successivo? Dell’arresto, questa testata ha riferito diffusamente, sottolineando come Alex Nain Saab Morán viva in Italia, tra Roma e Milano, abbia una moglie italiana (forse oggi in Russia) ed un genero con una marea di problemi giudiziari. Oggi, sia Caracas sia Washington si contendono l’estradizione del personaggio.

Il problema degli eventuali finanziamenti al M5S è politico, più che giudiziario, sia per il tempo trascorso sia perché all’epoca il M5S non era stato ancora formalmente costituito. Tuttavia se i responsabili legali del M5S e della Casaleggio e Associati non sporgono querela con ampia facoltà di prova, i dubbi non possono che crescere sui nessi non solo di “amorosi sensi” (spesso manifestati apertamente) tra il Movimento e la dittatura venezuelana ma anche finanziari. Innanzitutto, però, occorre chiedersi perché “la grana” scoppia ora, alla vigilia di un arresto eccellente, mentre a Villa Pamphilj è in corso una “parata di stelle” e all’interno del Movimento emergono tensioni che potrebbero portare a scissioni.

Per cercare di capire questo intrigo internazionale, con contorni e contenuti un po’ casarecci, mi sono rivolto a Washington dove ho vissuto 18 anni e dove ho amici, e compagni di università, che hanno lavorato per decenni nell’intelligence americano. Le risposte potrebbero trovarsi a Langley, in Virginia, dove ha sede la Cia e avrebbero aspetti molto più relativi alla nostra politica interna di quanto non pare ad una prima lettura.

In breve, a buona parte del mondo politico che ruota attorno all’Amministrazione Trump, non è mai piaciuto il tweet in favore di Giuseppi che sarebbe stato carpito dal circuito internazionale di cui fa parte Rocco Casalino. Tale parte non ha mai amato il M5S, a cui in una primissima fase (2013-14) aveva guardato con interesse l’Amministrazione Obama, e lo ha visto con crescente preoccupazione dalle sua aperture intrise di terzomondismo Anni Sessanta (del secolo scorso) e soprattutto a ragione dei suoi sempre più frequenti abbracci con la Cina.

Adesso il governo (e gran parte dell’opinione pubblica americana) è in aperta rotta di collisione con Pechino (con cui il M5S fa ancora all’amore), Casalino e Giuseppi sono alle prese con la kermesse di Villa Pamphilj, si sta arrestando Alex Nain Saab Morán a Capo Verde (e forse suo cognato in Italia), perché non facilitare l’inchiesta giornalistica di Abc sugli intrighi internazionali connessi al petrolio venezuelano?

L’obiettivo sarebbe quello di accelerare lo sfaldamento del M5S (che parte della leadership americana considera un gruppo di “ex-utili idioti” diventati nocivi a ragione dei loro rapporti con la Cina), di ridimensionare Giuseppi , inducendolo a ritornare a fare l’avvocato, di allontanare le prospettive di alleanze “strategiche” tra Pd e M5S, e dare, forse, una certa stabilità all’Italia, dopo una tornata elettorale. Sono solamente ipotesi. Vale la pena tenerle in conto. Soprattutto se dal M5S e da Casaleggio non fioccheranno querele contro ABC e se le vicende di Alex Nain Saab Morán non aggiungeranno altri dati.


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