C’è un nesso tra il “compromesso dell’alba” trovato per il confronto tra governo e Atlantia la mattina del 15 luglio e il Consiglio europeo che si apre oggi a Bruxelles ed è destinato a quel Recovery and Resilience Fund di cui l’Italia spera di essere il principale beneficiario?
I nessi (e i connessi) sono moltissimi. Basta scorrere le analisi apparse il 16 luglio sui quotidiani italiani, analisi che le Ambasciate a Roma degli Stati dell’Unione europea (Ue) hanno inviato, con i loro commenti, alle rispettive capitali.
In sintesi, ci si chiede come il presidente del Consiglio Giuseppe Conte può presentarsi a Bruxelles a implorare solidarietà e aiuti e a respingere finanziamenti a titolo dello sportello sanitario del Meccanismo europeo di stabilità (Mes) dopo un compromesso che, come ha dichiarato la stessa ministra Paola De Micheli, sarà costosissimo ed è stato vergato prima di attendere un giudizio della magistratura.
L’irritazione è particolarmente forte a Berlino dove si era pensato di mediare tra Italia e gli Stati che ci ritengono spendaccioni. “Se la cavino da soli”- dice un alto funzionario tedesco (che per delicatezza) non può essere nominato.
Vedremo come andrà a finire.