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Così il Covid ha allontanato Brasile e Argentina (e Pechino gode)

Non è un buon momento per il Brasile. La pandemia coronavirus ha messo in ginocchio il Paese. Ad oggi contano quasi 65.000 morti per patologie riconducibili al contagio del Covid-19 (620 in più rispetto al numero di decessi di ieri). I casi sono saliti a più di 1,6 milioni, oltre 20.000 in più rispetto a quelli registrati nelle 24 ore precedenti. Il tasso di mortalità, quindi, è del 31,2%, e continua a salire.

Tra questi casi di contagio c’è niente meno che il presidente del Brasile, Jair Bolsonaro, risultato positivo oggi al test Covid-19. Nella serata di lunedì, il capo dello Stato brasiliano aveva riferito di avere alcuni sintomi associati alla malattia da nuovo coronavirus, tra cui febbre a 38 gradi e un tasso di ossigenazione del sangue al 96%, per cui è stato eseguito il test. Il presidente, che da tempo denuncia un eccesso di allarmismo sulla crisi sanitaria, si era già sottoposto ad almeno due prove. Il diplomatico americano non ha mostrato alcun sintomo, ma comunque sta adottando tutte le precauzioni del caso. I due si erano incontrati il 4 luglio in ambasciata, in occasione della festa per l’indipendenza degli Stati Uniti.

Ma il Brasile non  sta perdendo solo gli appuntamenti di Bolsonaro questa settimana. Da quando è scoppiata la crisi sanitaria globale, i rapporti con l’Argentina sono peggiorati. Secondo la Bbc, Bolsonaro e il suo omologo argentino, Alberto Fernández, non parlano da più di sei mesi, esattamente dall’insediamento di quest’ultimo il 10 dicembre: “Si tratta del distanziamento più lungo negli ultimi 35 anni tra i leader dei due Paesi, dalla ripresa della democrazia in Brasile (1985) e Argentina (1983)”.

Per gli esperti, lo stato di salute dei rapporti bilaterali sottolineano la “retorica aggressiva” usata da Bolsonaro e Fernández; un tono che non si sentiva dall’epoca coloniale. I due si accusano pubblicamente dai tempi della campagna elettorale argentina dell’anno scorso, con Bolsonaro che sosteneva la candidatura di Mauricio Macri. Fernández, invece, dichiarò che per lui era un onore che un “misogino e violento” come Bolsonaro parlasse male di lui.

Le tensioni tra Brasile e Argentina non hanno precedenti. Marcos Azambuja, ex ambasciatore del Brasile in Argentina, ha dichiarato alla Bbc che “quello che succede ora va contro il processo di associazione tra i due Paesi, una costruzione che cominciò nel XIX secolo, quando c’era poca fiducia dopo il periodo coloniale, ed eravamo avanti in un rapporto di fiducia e trasparenza che includeva l’area nucleare, militare, commerciale e la creazione del Mercosur”. Non esiste il pericolo di un conflitto, ma la retorica del presidente brasiliano sull’Argentina non coincide con il progetto di integrazione e cooperazione.

Oltre le parole, ci sono molti affari in bilico, con perdite economiche per entrambi, e lo sfruttamento della situazione da parte di altri Stati. “L’economia argentina perderà il 9,9% nel 2020 – ha spiegato il giornalista economico Marcelo Bonelli – ma anche l’economia del Brasile crollerà di più del 9%. Il governo argentino può dire che la quarantena è stata la miglior soluzione perché si sono evitati i morti e la crescita economica non sarà molto diversa dal Brasile, che non ha avuto lockdown”.

Secondo i dati ufficiali, il Brasile non è più il principale partner commerciale principale dell’Argentina da quando è cominciata la pandemia. Per Federico Servideo, presidente della Camera di Commercio Argentino-Brasiliana di Sao Paolo “la relazione economica bilaterale è danneggiata dalla crisi internazionale del 2008 […]. I rapporti commerciali sono concentrati su alcuni articoli, come auto e grano, per esempio, e la tendenza, in questi anni, è una maggior presenza della Cina e gli Stati Uniti nei due Paesi”.


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