“La proroga dello stato d’emergenza è una scelta inevitabile e per certi aspetti obbligata, fondata su aspetti meramente tecnici”. Con queste parole il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha comunicato al Senato la necessità di proseguire lo stato d’emergenza per far fronte alla crisi da Covid-19 fino al 31 ottobre. “Il dibattito pubblico è molto vivace – ha aggiunto – da parte del governo non vi è nessuna intenzione di drammatizzare e alimentare paure ingiustificate nella popolazione. La scelta di prorogare lo stato di emergenza non è riconducibile alla volontà di voler creare una ingiustificata situazione di allarme”.
IL VIRUS CIRCOLA ANCORA
“Le considerazioni espresse dal Comitato scientifico rafforzano le ragioni della proroga” dello stato d’emergenza “e gli effetti di chiara utilità che essa è suscettibile di produrre”, ha specificato il presidente del consiglio, sottolineando che il Cts ha ricordato infatti che “il virus continua a circolare nel Paese, dando vita a focolai al momento isolati e circoscritti. La situazione internazionale resta poi preoccupante, anche in Paesi a noi vicini e confinanti, Francia, Paesi balcanici, Spagna, richiede vigilanza per evitare che la ripresa dei contagi riguardi anche l’Italia”.
NESSUN POTERE STRAORDINARIO
“Secondo alcune voci isolate” la proroga dello stato di emergenza conferirebbe “poteri extra ordinem, suscettibili di alterare l’ordinaria dialettica democratica e anche il rapporto tra potere legislativo ed esecutivo. Non è così. La proroga non incide sui poteri extra ordinem del premier”, ha poi specificato Conte. “La mia presenza qui dimostra la massima disponibilità del governo a interloquire con il Parlamento. Nel corso del Cdm di questa mattina abbiamo inserito una informativa, non abbiamo adottato alcuna decisione, in rispetto del dibattito”, ha aggiunto, e nel corso della riunione “è emersa la necessità di limitarne l’azione al prossimo mese di ottobre”.
CONCENTRARSI SUI PROFILI TECNICI
Conte, ha poi esortato a non drammatizzare il dibattito: “Anche questo dibattito parlamentare dovrebbe attenersi a ragioni e profili meramente tecnici. Una impropria drammatizzazione, questa sì, potrebbe creare un nocumento all’immagine dell’Italia”.